Manovra, alcuni punti chiave/2
Via libera dalla Commissione europea, anche se «pone rischi di non rispetto del Patto di stabilità». Le misure legate a Industria 4.0
di Redazione
Arriva dalla Commissione europea il via libera alla manovra italiana 2020, anche se – è la precisazione di Bruxelles – «pone rischi di non rispetto del Patto di stabilità», portando «ad una deviazione significativa dal cammino verso il rispetto dell’obiettivo di medio termine». Dunque, sottolinea ancora la Commissione UE, rimane il rischio di «non rispetto del benchmark di riduzione del debito», così come per Belgio, Spagna e Francia. I conti pubblici verranno poi valutati in primavera.
Tra le misure previste in manovra, un’osservazione particolare merita Industria 4.0, piano che – alla luce dei cambiamenti in corso relativi al mondo del lavoro – serve nelle intenzioni di chi lo ha ideato ad aumentare la competitività delle imprese. In generale, è prevista la proroga degli incentivi con riferimento alla trasformazione tecnologica digitale e l’economia circolare e la proroga del credito di imposta per la Formazione 4.0 per il 2020. Sono previsti, in generale, stando al resoconto del ministero dello Sviluppo economico: «Grandi progetti di ricerca e sviluppo nei settori applicativi “Agenda digitale” e “Industria sostenibile” (329 milioni di euro)»; «Intervento a sostegno dei progetti di R&S nei settori applicativi “Fabbrica intelligente”, “Agrifood”, “Scienze della vita” e “Calcolo ad alte prestazioni” (190 milioni)»; «Interventi agevolativi in favore di progetti di ricerca e sviluppo nell’ambito delle tematiche dell’economia circolare e della riconversione produttiva»; «Macchinari introduttivi»; «Digital transformation»; «Voucher per consulenza in innovazione»: tutto per un totale di un miliardo di euro.
C’è tuttavia da precisare che su Industria 4.0, in verità già declinato in Impresa 4.0 e ora in Transizione 4.0, l’obiettivo del MISE è quello «di procedere ad un riassetto delle misure fiscali del Piano su una base di programmazione pluriennale, potenzialmente in grado di ampliare fino al 40% la platea delle imprese beneficiarie, incrementando significativamente il numero delle PMI».
In che modo? Procedendo, si legge sul sito del ministero, alla razionalizzazione e alla semplificazione dell’utilizzo degli strumenti da parte delle imprese, attraverso la trasformazione di iper e super ammortamento in credito d’imposta a intensità crescente. In questo modo «si punta ad incentivare di più rispetto agli anni precedenti gli investimenti in Formazione 4.0 e in trasformazione tecnologica e digitale, soprattutto se finalizzati alla sostenibilità ambientale. Inoltre si punta a valorizzare gli investimenti nei settori dell’innovazione e del design che rappresentano dei capisaldi del Made in Italy».
(continua)