Plastic tax, i possibili effetti (e il confronto europeo)
Oltre all’intenzione della tutela ambientale, quali potrebbero essere le conseguenze per aziende e consumatori?
di Redazione
Tra gli emendamenti della manovra approvati dalla Commissione di Bilancio del Senato la scorsa settimana, èpresente anche quello relativo alla plastic tax che sarà adottata in modo rivisitato rispetto a come era stata presentata dal Governo. L’imposta, che entrerà in vigore a luglio, è stata approvata passando da un euro a 45 centesimi al chilo e sarà applicata su tutti i prodotti monouso, anche il tetrapak, mentre sono esclusi i prodotti in plastica riciclata e quelli composti da più materiali che contengano però una quantità di plastica inferiore al 40%.
L’intento di tassare la plastica monouso e alcuni imballaggi è quello di evitarne un uso massiccio, quindi tenta di modificare l’abitudine di consumatori e produttori (per le imprese attive nel settore sarebbe previsto un credito di imposta per l’adeguamento tecnologico), al fine di ridurre la quantità di rifiuti e l’inquinamento.
Incentivare l’utilizzo di prodotti alternativi alla plastica usa e getta, potrebbe però avere effetti negativi non solo direttamente sull’industria del settore, ma anche sui consumatori e le imprese indirettamente coinvolte. Secondo il presidente della Coldiretti Prandini, il provvedimento rischia di «penalizzare l’intera filiera agroalimentare dove si concentra il 76% degli imballaggi in plastica» e «l’obiettivo di riduzione della plastica va perseguito nell’ottica di una visione strategica ad ampio respiro con incentivi premianti per lo sviluppo e la ricerca piuttosto che con misure punitive».
Pareri e conseguenze negative sono state espresse anche da Confindustria che sottolinea come la manovra, con riferimento alla plastic tax, «non comporta benefici ambientali, penalizza i prodotti e non i comportamenti rappresenta unicamente un’imposizione volta a recuperare risorse generando nell’immediato ingenti costi a carico di consumatori, lavoratori e imprese». Infatti secondo le stime fornite dal direttore generale di Confindustria, l’impatto dell’emendamento sulla spesa delle famiglie sarà di circa 109 euro – le previsioni erano però state pubblicate riferendosi all’importo precedente-, determinando un aumento medio del 10% del prezzo dei prodotti di larghissimo consumo. Confindustria però, comprendendo il danno ambientale, sottolinea la necessità di adeguare gli impianti presenti in Italia e puntare concretamente su misure che incentivino la ricerca e lo sviluppo del riciclo. I timori riguardo la spesa che le aziende possano far pesare sui consumatori vengono espressi anche da Federconsumatori e dal Codacons, che in modo più negativo stimano rispettivamente un aumento per le famiglie che potrebbe arrivare a 138 e 165 euro.
Il provvedimento italiano si ispira e fa riferimento alla direttiva europea di giugno che mirava a promuovere la riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica. Al momento la proposta di imporre una tassa di 80 centesimi per ogni chilo di plastica di imballaggi non riciclabili è sul tavolo del Consiglio europeo e secondo le previsioni della Commissione potrebbe portare ogni anno entrate per 6,6 miliardi di euro.
La plastic tax non è l’unico caso, già nel 2018 con l’introduzione del costo dei sacchetti di plastica, l’Italia aveva recepito una direttiva europea che aveva ampiamente fatto discutere. A livello comunitario, il nostro paese non è quindi l’unico a prevedere una tassazione sulla plastica: per esempio in Belgio la tassa è di 3,6 euro al chilo per le posate monouso, mentre è di tre euro per le buste, in Danimarca i prodotti da imballaggio sono tassati ad un euro se contengono plastica riciclata e 1 e 70 in caso di non riciclata, in Francia l’imposta è sulla singola busta, sei centesimi, così come in Irlanda , dove ammonta a 22 centesimi.
[…] che per le imprese. La prima che entrerà in vigore, più volte discussa e modificata, è la plastic tax che prevede da luglio un’imposta di 45 centesimi al chilo per alcuni prodotti in plastica […]