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Il coronavirus rallenta gli incidenti sul lavoro

Lo smart working forzato e il lockdown totale degli scorsi mesi hanno fatto diminuire il numero di incidenti e infortuni sul lavoro nel primo quadrimestre del 2020

di Redazione

Secondo i dati dell’Inail, tra gennaio e aprile ci sono state 172.319 denunce di infortunio, il 18,2% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019. Anche l’Istituto sottolinea che il dato è fortemente influenzato dall’emergenza coronavirus e dalla chiusura delle attività non essenziali ed infatti la diminuzione maggiore del numero delle denunce e degli infortuni si è concentrato tra marzo e aprile 2020, in cui se ne contano 34mila in meno rispetto agli stessi due mesi dell’anno procedente, a fronte delle 38mila denunce in meno da gennaio ad aprile.

Lo smart working ha inciso maggiormente nel drastico calo degli infortuni sulla componente Conto Stato, che si riferisce alla Pubblica Amministrazione, per la quale si è registrato un calo complessivo del 50%, ma con picchi del 93,7% delle denunce tra marzo e aprile. Mentre il lockdown ha influenzato maggiormente la gestione Agricoltura, dove si è registrata una diminuzione del 25% .

I dati del primo quadrimestre sono poco significativi e poco utili in termini di confronto, data la situazione lavorativa, ma è vero anche che la diminuzione degli incidenti è rapportata alla percentuale di coloro che ha continuato l’attività lavorativa. Infatti, secondo i dati Istat durante il lockdown di marzo, il 55,7% dei lavoratori italiani si è recato in ufficio, a prescindere dal fatto che ci siano comparti in smart working. La diminuzione degli incidenti e le ultime notizie di nuove vittime appena ripresa l’attività lavorativa indicano che il problema è solo stato sospeso.

Il calo degli infortuni non riguarda il comparto della sanità e dell’assistenza sociale, dove si è registrato un consistente incremento delle denunce di infortunio in occasione di lavoro: +184% su base quadrimestrale e +388% solo in riferimento ai mesi di marzo e aprile, rispetto allo stesso periodo del 2019.

Nello specifico, si è passati dai circa 4mila casi di marzo-aprile 2019 ai quasi 19mila di marzo-aprile 2020. Anche questo dato è fortemente influenzato dall’emergenza coronavirus proprio perché circa tre denunce su quattro riguardano il contagio da coronavirus.

Legate all’emergenza sono anche le denunce di contagio di origine professionale, 43.399 da fine febbraio al 15 maggio, circa 6 mila in più rispetto all’ultima rilevazione dell’Inail del 4 maggio. Anche in questo caso il settore più colpito è quello della sanità e dell’assistenza sociale, che registra il 72,8% delle denunce, seguito dall’amministrazione pubblica con il 9,2%, dal noleggio e servizi di supporto – per esempio servizi di vigilanza, di pulizia, call center – con il 4,1% e dal settore manifatturiero con il 2,6%.

 

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