Coronavirus, la situazione nel mondo
L’emergenza non è ancora passata e in alcuni paesi si torna a fare ricorso ai lockdown, totali o locali. In Italia si continuerà con l’uso di mascherine nei luoghi chiusi, distanziamento sociale e igienizzazione
di Redazione
La situazione coronavirus non è ancora risolta, né del tutto sotto controllo a livello mondiale: i casi sono ormai oltre 13 milioni, la curva continua a crescere, le vittime accertate sono 573 mila e si hanno ogni giorno numeri record negli Usa e in America Latina, ma nuovi casi e focolai si stanno verificando, come in Italia, anche in paesi che hanno superato il periodo di vera e propria emergenza.

Per evitare nuovi stati di emergenza molti paesi che già hanno vissuto esperienze di lockdown, più o meno totale, hanno deciso di adottare di nuovo misure protettive.
In Australia, che grazie ad un lockdown parziale e molti tamponi effettuati ha potuto vantare solo 9 mila casi di contagio nella prima ondata di coronavirus, si teme un “ritorno” tanto che è stata confinata per sei settimane tutta la zona metropolitana di Melbourne e feste e assembramenti sono stati vietati anche nelle zone limitrofe.
In Spagna per un improvviso aumento dei contagi sono stati dichiarati zona rossa otto comuni da cui non è consentito uscire né entrare, nei quali rimarranno aperte solo le attività essenziali e gli spostamenti per necessità.
Nuove chiusure a causa di casi che hanno fatto temere nuove ondate di contagi sono poi state applicate in Cina, a Hong Kong, Iran e Giappone.
Diverso è il caso degli Stati Uniti, in cui negli ultimi giorni si sono registrati aumenti anche di oltre 60 mila casi e il bilancio dei contagi è così salito a oltre 3,36 milioni. Per questo motivo alcuni Stati hanno riproposto di tornare a misure di chiusura adottate – anche se non in modo massiccio, almeno non da evitare la diffusione del virus – già nei mesi precedenti: la California ha deciso di reintrodurre restrizioni, tra cui la chiusura di ristoranti, bar, parrucchieri, musei e luoghi di culto.
In Italia, non esente da focolai localizzati, il ritorno ad una completa normalità potrebbe tardare ulteriormente, infatti oltre alle ipotesi di proroga dello stato di emergenza – che dovrebbe decadere il 31 luglio – per altri tre mesi o fino al 31 dicembre 2020, si attende un nuovo DPCM per aggiornare le regole per le prossime settimane.
Per quanto riguarda l’uso obbligatorio di mascherine nei luoghi chiusi, sul distanziamento sociale e sull’igienizzazione, questi resteranno i pilastri. Inoltre, la riapertura di discoteche al chiuso e la possibilità di organizzare fiere e sagre, inizialmente previste per il 14 luglio, verranno posticipate probabilmente di altri 15 giorni. Mentre per i viaggi, si conferma il blocco per 13 paesi a rischio, esclusi gli Stati Uniti anche se i cittadini americani che arrivano in Italia dovranno sottoporsi a due settimane di quarantena. Come ultima novità, dovrebbero ulteriormente cambiare le regole per chi viaggia in aereo: dovrebbe essere eliminato il divieto di portare a bordo e riporre il bagaglio a mano nelle cappelliere, precedentemente imposto dall’Enac.
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