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Export italiano in salute nel 2019, ma ora la pandemia frena gli scambi

La ripresa avverrà nel biennio 2021-2022 (+7,4% e +5,2% secondo le stime ICE-Prometeia), trainata dai mercati emergenti dell’Asia

di Redazione

Un 2019 in salute e subito dopo un 2020 che – complice la pandemia di coronavirus – rischia di azzerare tutto, o quasi, con un recupero reale osservabile soltanto nel 2022. Sono le previsioni per l’export italiano, secondo la XXXIV edizione del Rapporto sul commercio estero realizzato dall’Agenzia ICE in collaborazione con Prometeia, Istat, Fondazione Masi, Università Bocconi e Politecnico di Milano. Stando allo studio, la ripresa degli scambi mondiali ricomincerà nel 2021 e sarà trainata soprattutto dai mercati asiatici, Cina in particolare.

Gli effetti della pandemia

Secondo le stime ICE-Prometeia, dunque, il calo che l’export italiano subirà nel 2020 sarà del 12% rispetto al 2019, per poi ripartire nel biennio successivo. Prevista una crescita del 7,4% nel 2021 e del 5,2% nel 2022. In altre parole, serviranno due anni per tornare ai livelli pre-Covid.  Entrando più nel dettaglio, nei primi cinque mesi del 2020 le esportazioni sono diminuite del 16% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Quasi tutti i settori hanno registrato diminuzioni evidenti, tra -30% e -35%, come automotive (-34,5%) e tessile (-28%). Al contrario, farmaceutica (+16%) e alimentari e bevande (+4,3%) hanno mantenuto tassi di crescita. 
Per quanto riguarda le destinazioni, il crollo dell’export ha compreso paesi UE (ad esempio Francia, -18,3%, e Germania, -12,3%), ma anche paesi extra-UE (-33,9% India, -21,9% Cina). Le maggiori opportunità di sbocco nel biennio 2021-22 si prospettano in alcuni paesi dell’Est Europa, Germania, Cina, Hong Kong, Sud Corea, Russia e Turchia

Come è andato il 2019

Lo scorso anno si sono registrati livelli soddisfacenti per le nostre esportazioni, dicevamo all’inizio. Nel 2019, in particolare, l’export italiano ha raggiunto i 585 miliardi di euro (beni e servizi), valore pari al 31,7% del PIL, proseguendo la crescita consecutiva degli ultimi dieci anni (nel 2010 il peso era pari al 24,9%). Ammonta a 53 miliardi di euro il saldo positivo della bilancia commerciale, in crescita del 35% rispetto allo scorso anno. I settori che contribuiscono di più sono macchinari e apparecchi, moda, mobili e agroalimentare. Inoltre l’export farmaceutico ha segnato ulteriori progressi (+26%), mentre per destinazione – per effetto dell’accordo di libero scambio con l’UE – sono cresciuti molto gli scambi verso il Giappone (+20%).

 

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