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Incendi e nubifragi, l’agricoltura a rischio

L’estate è stata caratterizzata fin qui da repentini cambiamenti climatici, che alternano ondate di forte caldo e afa al maltempo. Un allarme per l’economia, oltre che per l’ambiente

di Redazione

Solo questo inizio di agosto è stato segnato da una media di sette violente grandinate al giorno da Nord a Sud Italia, secondo quanto emerge da un’indagine di Coldiretti sui dati dell’European Severe Weather Database. Come sottolinea la Coldiretti, la grandine è il clima più temuto in questa stagione per i danni irreversibili che provoca nei campi e alle coltivazioni, poiché in piena fase di raccolta della frutta estiva e di inizio della vendemmia esiste il reale rischio di perdere di un intero anno di lavoro. I danni individuati vanno da danneggiamenti a strutture come edifici scoperchiati e serre divelte, a campi allagati, frutta e verdura rovinate, alberi caduti. Il verificarsi di precipitazioni sempre più intense e frequenti in estate, che si manifestano con vere e proprie bombe d’acqua secondo l’elaborazione Coldiretti su dati Ispra fa sì che 7275 comuni, il 91,3% del totale, sia attualmente a rischio frane e alluvioni.

Ma se  da un lato l’Italia deve fare i conti con i nubifragi improvvisi dall’altra deve anche far fronte all’ondata di caldo che ha portato la scorsa settimana temperature fino a 43 gradi, tanto che il livello del Po a fine luglio è stato registrato del 24% più basso rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Livelli anomali simili si registrano anche per tutti i maggiori laghi del Nord Italia, che evidenziano un possibile rischio di un apporto idrico non sufficiente per le colture già danneggiate.

I danni non si contano solo per i campi coltivati, infatti il grande caldo e la siccità – maggiormente nella pianura padana – hanno avuto effetti anche sulle mucche e sulla produzione di latte. Per lo stress delle alte temperature le mucche stanno producendo fino al 10% di latte in meno rispetto ai periodi normali.

I danni all’ambiente non si limitano a questo: su dati Effis la Coldiretti stima che nell’estate 2020 ci siano stati il 20% di roghi in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, con conseguenti danni anche all’economia in termini di migliaia di ettari bruciati, animali morti, alberi carbonizzati, pascoli distrutti. In un paese come l’Italia coperto da boschi per un totale di 10,9 milioni di ettari, per riparare i danni e far rinascere i boschi ridotti in cenere dal fuoco ci vorrebbero almeno 15 anni. Dall’analisi emerge che il 60% degli incendi è di origine dolosa.

 

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