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La spesa sostenuta per l’emergenza sanitaria in Italia

L’ha calcolata l’ANAC, che ha denunciato anche un incremento dei prezzi per la fornitura dei diversi prodotti, con sostanziali differenze tra regione e regione

di Redazione

In Italia, la curva epidemica è tornata a salire – nella settimana che va dal 12 al 18 agosto l’aumento dei casi da coronavirus è del 141% rispetto alla settimana 15-21 luglio, secondo un monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe di Bologna –, a dimostrazione che l’emergenza sanitaria non è ancora conclusa e la pandemia ancora in corso. Un grosso problema, a cui se ne aggiunge un altro. Quello relativo al costo economico della pandemia, quantificato oggi dall’ANAC, acronimo che sta per l’Autorità nazionale anticorruzione, in «un’indagine conoscitiva sugli affidamenti connessi al trattamento ed al contenimento dell’epidemia da Covid-19».

Nel report, in particolare, è stata calcolata la spesa sostenuta durante il momento più critico dell’emergenza sanitaria, periodo che va dal 1° marzo al 30 aprile 2020, sottolineando che, in alcuni casi, i prezzi sono stati gonfiati. L’ANAC, che «per avere un quadro più specifico della situazione» ha inviato un questionario «alle 182 stazioni appaltanti che nel periodo di riferimento risultano aver espletato appalti, selezionando quelli di importo maggiore per ciascuna di esse», ha riferito che «la spesa complessiva a livello nazionale è stata pari a 5,8 miliardi» di euro.

Nel dettaglio, il 54,1% è stato speso per l’acquisto delle mascherine – l’esborso complessivo per il loro acquisto è stato di oltre 3 miliardi di euro, ha specificato l’ANAC –, il 21,9% per «altri tipologie di dispositivi di protezione individuale escluse le mascherine», ovvero camici, tute, calzari, costati circa 1,3 miliardi. Il resto, invece, è stato investito per i ventilatori polmonari (442 milioni, 7,3%), i tamponi-test-diagnostica (circa 178 milioni, 3,1%), l’igienizzazione-servizi/lavori (39 milioni, 0,7%), le forniture-igienizzanti ( 30 milioni, 0,5%) e altro (716 milioni di euro, 12,4%).

Successivamente, l’ANAC ha calcolato la spesa pro-capite per regione, «ottenuta dividendo la spesa complessiva regionale (intendendo la spesa sostenuta dalle stazioni appaltanti di competenza regionale) per popolazione residente al 31/12/2019». Toscana, Emilia-Romagna e Liguria sono le regioni con la spesa pro-capite più elevata, rispettivamente pari a 101,19, 78 e 72 euro. Se invece si analizza il costo di ogni singolo contagiato – il calcolo è stato fatto dividendo la spesa complessiva con il numero dei contagi registrati al 30 aprile, pari a 205.463 a livello nazionale –, il discorso cambia, con Campania (76.308 euro per contagiato), Toscana (40.280 euro) e Sardegna (36.828) nelle prime tre posizioni. In Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia, il costo scende fino a 5.178 euro.

 

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