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Le imprese familiari sono quelle più resilienti

Secondo Credit Suisse Research Institute le imprese familiari hanno performances migliori di quelle non familiari: questa tendenza si è mostrata e accentuata durante il coronavirus

di Redazione

Le imprese familiari in Italia sono una realtà particolarmente sviluppata, che per loro caratteristica hanno un approccio conservativo e più a lungo termine, e in quanto meno dipendenti dagli investimenti esteri, la redditività delle loro  azioni – per quelle quotate in borsa – non è più di tanto influenzata dall’andamento dei risultati trimestrali.

Secondo quanto emerge dall’analisi di Credit Suisse Research Institute, pubblicata nel report Credit Suisse Family 1000: Post the Pandemic, a livello globale, le imprese familiari confermano il trend di registrare performance migliori rispetto alle non familiari, inoltre mostrano anche una resilienza maggiore ai cambiamenti avvenuti a causa del coronavirus.

Già dal 2006 l’istituto riscontra che l’universo delle imprese familiari ha sovraperformato quello delle imprese ad azionariato diffuso e sono le preferite dagli investitori, soprattutto in Europa e in Asia. Nello specifico, risulta che molte aziende sono attive in conduzione familiare da molto tempo – in particolare in Europa – e da ciò deriva una maggiore fiducia degli investitori.

La pandemia ha sostanzialmente ampliato questa differenza già marcata tra i due tipi di assetto, infatti i dati sui rendimenti per quanto riguarda i primi sei mesi dell’anno mostrano una outperformance pari a circa 300 punti base rispetto alle imprese non familiari. Inoltre, nonostante l’impatto sulla crescita degli utili che quest’anno è stata inevitabile per tutti a causa del coronavirus, le imprese familiari intervistate dal Credit Suisse sembrano essere meno preoccupate per le prospettive future dell’azienda rispetto alle imprese non familiari. Per quanto riguarda il periodo pandemico, dalla ricerca emerge che solo il 46% delle imprese familiari ha fatto ricorso ai congedi per il personale, rispetto al 55% di quelle non familiari.

Lo studio indica inoltre che le imprese familiari tendono a essere più redditizie, poiché spesso si basano su un modello che prevede un minor grado di indebitamento e una solida generazione di flussi finanziari, fattori che si sono rilevati fondamentali per superare meglio la crisi sanitaria.

L’unico fattore in cui le aziende familiari peccano rispetto alle altre, riguarda l’attenzione ai temi sensibili: in media queste imprese hanno consigli di amministrazione meno diversificati, rispetto a quelle non familiari e sembrano essere meno propense a creare gruppi di supporto per le comunità e per i dipendenti LGBTI e appartenenti alle minoranze etniche.

 

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