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Usa 2020. L’importanza degli Stati in bilico

Mentre si avvicina la data del 3 novembre, la situazione resta incerta. Biden non vuole commettere gli stessi errori di Hillary Clinton nel 2016

di Fabio Germani

L’impressione è che Joe Biden non voglia commettere gli stessi errori di Hillary Clinton quattro anni fa, che diede per scontati i successi elettorali in alcuni Stati chiave (che non visitò o dove investì poco), salvo restare tradita dal suo stesso eccesso di sicurezza. Per queste ragioni l’ex vicepresidente si sta impegnando molto in questi giorni in Pennsylvania, mentre Kamala Harris, che completa il ticket democratico, è stata in Wisconsin (Stato in cui ha peraltro vissuto per un breve periodo, quando i genitori insegnavano a Madison). Non sono due scelte a caso. Soprattutto quest’ultima, teatro delle recenti proteste a Kenosha per la vicenda di Jacob Blake, il 29enne afroamericano colpito alla schiena dalla polizia ad agosto e rimasto paralizzato alle gambe. 

Milwaukee, Wisconsin

Pennsylvania e Wisconsin rientrano nel pacchetto dei cosiddetti Stati in bilico, che contribuirono proprio alla vittoria di Donald Trump. In entrambi, nel 2016 l’attuale inquilino della Casa Bianca superò la rivale quasi di misura, mentre oggi, secondo le medie dei sondaggi di RealClearPolitics il vantaggio di Biden sarebbe rispettivamente del 4,3% e del 7%.

Cosa dicono i sondaggi

Si ricorderanno le polemiche, ancora nel 2016, per i presunti errori dei sondaggi che sembravano indicare Hillary Clinton quale chiara vincitrice della contesa elettorale. Le cose non andarono proprio così. Negli Stati Uniti si vota Stato per Stato (che assegnano i grandi elettori) e i sondaggi su base nazionale sono utili soprattutto per capire i trend. Maggiore rilevanza hanno le rilevazioni condotte nei singoli Stati e a pochi giorni dal voto si era registrato in effetti un recupero di Trump in alcuni di quelli in bilico. Se errori ve ne furono, riguardarono piuttosto le interpretazioni di quei dati. C’è poi da rammentare che un sondaggio non serve a predire il futuro, semmai a registrare gli umori dell’elettorato in un dato momento, nel presente. Alla luce di ciò, osservare i sondaggi oggi è anche un invito alla prudenza in vista del voto del 3 novembre. Su base nazionale il vantaggio di Biden sul presidente uscente resta abbastanza ampio (+7,3%, sempre secondo la media di RealClearPolitics), mentre più incerta è la battaglia negli swing States. In Florida – già teatro di controversie in passato – è un testa a testa, in Michigan (altro Stato fondamentale per la vittoria di Trump) il vantaggio del candidato dem si è ridotto, nel North Carolina è minimo, come lo è, stavolta per Trump, in Georgia e nell’Iowa. In altre parole: la partita è aperta ed è impossibile, ora più che mai, stabilire un possibile vincitore.

Le incognite

Che questo sia un anno incredibilmente particolare è anche inutile starlo a ricordare. E sicuramente la pandemia sta condizionando la campagna elettorale e condizionerà non poco l’esito delle elezioni. La pandemia sta provocando disagi economici notevoli (anche se almeno le metropoli, New York su tutte, stanno provando a rialzarsi), problemi di tipo sanitario, aumentando le discrepanze di reddito tra le diverse fasce della popolazione, facendo emergere una volta di più le problematiche di tipo razziale che ancora permangono in America. Le proteste di Black Lives Matter sparse in tutto il paese hanno a lungo attirato le attenzioni mediatiche nonché creato aspri terreni di scontro tra i candidati. Che tipo di impatto tutto questo avrà sulle elezioni è difficile da immaginare, anche a fronte di due narrazioni opposte e al tempo stesso convincenti dal lato di chi sostiene un pretendente alla Casa Bianca o l’altro. Sull’economia, però, qualcosa si può osservare. Ad agosto sono stati creati, nonostante la crisi, 1,37 milioni di posti di lavoro e il tasso di disoccupazione è calato all’8,4% dal 10,2% di luglio. Sono risultati comunque importanti, che Trump non ha mancato di esaltare. Ma l’impressione, con una gestione della pandemia molto criticata, è che stavolta potrebbero incidere meno sulla scelta di chi guiderà gli Stati Uniti nei prossimi quattro anni.

@fabiogermani

Le puntate precedenti
Usa 2020. La pandemia preoccupa gli elettori
Usa 2020. L’America a pochi mesi dal voto
Usa 2020. Da dove vengono le proteste
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5 Commenti per “Usa 2020. L’importanza degli Stati in bilico”

  1. […] Sioli, professore di Storia e istituzioni delle Americhe all’Università degli Studi di MilanoUsa 2020. L’importanza degli Stati in bilicoUsa 2020. La pandemia preoccupa gli elettoriUsa 2020. L’America a pochi mesi dal votoUsa 2020. Da […]

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