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Come cambia l’esigenza informativa nell’emergenza

Durante il lockdown gli italiani hanno evidenziato un maggiore bisogno di essere al corrente sui fatti di attualità. Secondo l’Eurispes il tema coronavirus torna in cima nelle aperture dei Tg

di Redazione

Il coronavirus tra i suoi effetti sulla quotidianità degli italiani ha avuto anche quello di cambiare il modo di informarsi. Secondo il report La scienza e il Covid, realizzato da ricercatori dell’Istituto per la Formazione al Giornalismo dell’Università di Urbino, la pandemia ha cambiato le abitudini informative degli italiani, con le reti all news che vedono una crescita del 6% rispetto al 2019 e i notiziari dei telegiornali locali aumentano dell’8%, mentre continua la riduzione dell’informazione attraverso la radio del 7%, considerando anche i minori spostamenti in auto, quando si ascolta maggiormente, soprattutto nel periodo del lockdown.

Diminuisce anche il dato relativo “agli amici di Facebook” come fonte di informazione, una flessione del 3%, a testimonianza di una maggiore consapevolezza delle persone della scarsità di filtri contro le fake news. Gli amici di Facebook sono l’unica fonte di informazione online che è diminuita nel corso di un anno: le testate giornalistiche online sono cresciute del 4%, a fronte di una diminuzione del 6% in meno dei giornali cartacei, mentre siti web specializzati e tv che trasmettono in streaming hanno registrato un aumento del 12%.

Secondo l’indagine, quindi, i risvolti del coronavirus hanno inevitabilmente portato un maggiore bisogno informativo per le persone, che come mostrano i dati sulle televisioni ha portato a servirsi di fonti con una maggiore credibilità. Nello specifico l’aumento degli spettatori dei notiziari locali ha colmato, come spiegano nel rapporto, “un bisogno informativo che in un periodo di crisi come quello vissuto diventa più urgente e più legato al contesto locale”, cittadino quanto regionale, sia per la situazione sanitaria sia per le restrizioni spesso differenziate. Inoltre, sempre secondo la ricerca, di fondamentale importanza durante il periodo di blocco delle attività sono stati i notiziari o le trasmissioni tv dedicate al coronavirus, considerate fonti di informazione utili dal 75% del campione.

La scorsa settimana, secondo l’Osservatorio Tg dell’Eurispes, che monitora i telegiornali in prime time di tutte le reti televisive, l’argomento coronavirus e contagi riconquista le aperture dopo mesi di minore presenza. Se in precedenza la sfera politica, soprattutto per le elezioni e il referendum, ha catalizzato l’attenzione, dal 28 settembre al 2 ottobre l’epidemia e i nuovi dati sull’aumento dei contagi, tornano a scalare l’agenda del prime time, raccogliendo in cinque giorni 42 riferimenti nelle titolazioni. Mentre nella settimana scorsa, dal 5 al 9 ottobre, sempre l’Osservatorio Eurispes osserva che l’agenda mediatica sembra essere tornata a quella di aprile per quanto riguarda i temi principali, vale a dire l’aumento dei contagi e le problematiche delle regioni. Inoltre, l’Osservatorio rileva che la ritrovata e preponderante attenzione per il coronavirus si traduce anche in un aumento degli ascolti: l’audience media dei Tg di serata passa dai circa 16 milioni di fine settembre ai 17 milioni e 500 mila toccati nelle scorse serate.

 

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