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La seconda ondata (di crisi) per il turismo

Lockdown, misure restrittive, incertezza: dopo una lieve ripresa in estate il settore corre il rischio di registrare un nuovo calo, un duro colpo per la nostra economia

di Redazione

Il turismo è uno dei settori che ha sofferto maggiormente a causa del lockdown e delle restrizioni più soft come conseguenza del coronavirus, e una seconda chiusura potrebbe avere un impatto ancor peggiore.

Photo by Carlos Ibáñez on Unsplash

Il Centro Studi del Touring Club Italiano ha stimato, nel caso in cui le misure attualmente adottate non siano sufficienti, l’impatto di un nuovo lockdown sul settore dei viaggi e del turismo: dai dati emerge che, nell’ipotesi di chiusure totali, entro la fine del 2020 si avrebbe una riduzione del 70% del turismo, a cui corrisponde una diminuzione di 40 milioni di viaggiatori e di 30 miliardi di euro in spesa turistica.

Mentre nello specifico del turismo domestico, che invece ha vissuto una debole ripresa nella stagione estiva, potrebbe in caso di blocco dei flussi turistici invernali, far registrare un nuovo andamento negativo: le chiusure del 2020 potrebbero far segnare una perdita totale di 125 milioni di presenze a cui corrisponderebbe secondo le stime, una riduzione della spesa domestica di circa 40 miliardi di euro, rispetto ai livelli di spesa raggiunti lo scorso anno.

A prospettare un quadro drammaticamente simile per il settore turistico è anche l’Istituto Demoskopika sulla base di dati rilevati da Siope, Banca d’Italia, Istat, Unioncamere e Cerve, secondo cui se il governo decidesse un altro lockdown totale, in soli due mesi il turismo perderebbe numeri significativi come 13 milioni di arrivi e 35 milioni di presenze con una conseguente contrazione della spesa di 4 miliardi di euro. Secondo l’analisi dell’istituto, le ripercussioni economiche di questo possibile blocco sarebbero dirette per quasi 100 mila imprese del settore turistico che rischierebbero il fallimento a causa della perdita di entrate per la seconda ondata di chiusure, che corrisponderebbe ad una riduzione del fatturato equivalente a circa 23 miliardi di euro. Inoltre, il quadro prospettato stima che sull’occupazione l’impatto sul settore corrisponderebbe alla perdita di 440 mila posti di lavoro.

Anche l’analisi Coldiretti testimonia la necessità economica di evitare un blocco durante le festività natalizie, che, com’è noto, rappresentano una ricorrenza importante per i consumi delle famiglie italiane. Non solo i consumi, ma un eventuale lockdown a natale cancellerebbe le vacanze di oltre 10 milioni di italiani che nello stesso periodo, nel 2019, si sono messi in viaggio a fine anno. Secondo l’analisi Coldiretti/Ixè quindi, il costo per le strutture di alloggio, per il settore dell’alimentazione e ristorazione, per i trasporti e il comparto shopping e souvenir ammonterebbe a circa 4,1 miliardi di euro, se si facesse riferimento ai soli turisti nazionali.  

 

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