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Il coronavirus aggrava le disuguaglianze di genere

Da un punto di vista occupazionale e retributivo, ma anche dal lato della formazione. Aumentano, inoltre, i casi di violenza: i dati alla vigilia della Giornata contro la violenza sulle donne

di Redazione

Le donne stanno pagando il conto più alto della crisi innescata dal coronavirus in molti ambiti. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, da una parte come lavoratrici soffrono di più la situazione di incertezza e crisi economica perché appartengono alla categoria tra le più a rischio, e dall’altra, come imprenditrici la pandemia ha frenato la loro voglia di mettersi in proprio e la loro speranza, infatti risultano essere meno fiduciosa degli uomini su un rapido rientro alla produttività dei livelli pre-coronavirus. Quest’ultimo dato sull’imprenditoria femminile è quello che emerge dalla più recente analisi di Unioncamere per il Giro d’Italia delle donne che fanno impresa in occasione della Giornata contro la violenza sulle donne (25 novembre). Dalla ricerca emerge che dopo anni in cui ogni trimestre le imprese femminili segnavano numeri positivi e una crescita superiore a quella delle imprese maschili, tra aprile e settembre 2020, la maggiore dinamicità si è annullata, a causa soprattutto della mancanza di nuove imprese nel secondo trimestre: 42,3% per le femminili contro il -35,2% i quelle maschili, che è andata avanti anche nel trimestre successivo, che fa segnare rispettivamente -4,8% contro +0,8%.

Inoltre, la ricerca Unioncamere condotta ad ottobre di quest’anno mostra che la pandemia ha inciso negativamente di più sulle imprese femminili per una diversa risposta di genere alla crisi: le donne mostrano di avere più problemi di liquidità, lo dichiara il 38% delle imprenditrici contro il 33% degli imprenditori, di approvvigionamento delle forniture, il 30% contro 23%. Ma le imprenditrici riscontrano anche maggiori problematiche legate ai vincoli nell’accesso al credito, difficoltà per il 18% delle donne e per il 15% degli uomini. Queste problematiche si riscontrano comunque in un utilizzo più ingente, da parte delle imprenditrici, di tutte le misure di sostegno messe a disposizione in questi mesi dal governo, ma anche in una maggiore richiesta, rispetto ai colleghi uomini, di misure di ristoro per fronteggiare i costi fissi e il calo produttivo. La quota di imprese femminili che dichiara che ritornerà ai livelli pre-coronavirus nel 2021 è pari al 29% a fronte del 34% delle imprese a conduzione maschile.

In Italia il genere è una variabile che influenza in modo particolare il mondo del lavoro, perciò risulta evidente che se il coronavirus e la pandemia in generale hanno comportato difficoltà per tutti i lavoratori, queste appaiono intensificate per le lavoratrici, andando ad ampliare quei gap – occupazionale e retributivo – già esistenti.  Secondo il 28° Rapporto sulle Retribuzioni di ODM Consulting, il gender pay gap è del 5,5% tra laureati e dell’8% tra non laureati, numeri che si sono consolidati con la pandemia che ha tendenzialmente stabilizzato le retribuzioni e quindi le donne, partendo già da un livello retributivo inferiore, hanno sentito maggiormente il peso di questa situazione. Le differenze, poi, non si riscontrano solo nel mondo del lavoro, ma si presentano già a scuola, dove le ragazze sono più esposte al rischio di diventare donne che non lavorano, non studiano e non si formano.

I casi di violenza durante la pandemia

È così che l’emergenza sanitaria, il lockdown e il distanziamento (che in questo caso diventa isolamento) hanno fatto esplodere il fenomeno culmine della disuguaglianza di genere, quello della violenza, anche questo già esistente, ma aggravatosi nel periodo pandemico. In occasione del 25 novembre, l’associazione ActionAid ha diffuso un report di monitoraggio sul fenomeno della violenza, secondo cui durante il primo lockdown, dopo un iniziale crollo il numero delle chiamate di aiuto al numero verde 1522, tra marzo e giugno 2020 le richieste sono più che raddoppiate rispetto al 2019, arrivando a 15.280, il 119,6% in più dello scorso anno.

 

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