La pandemia secondo i cittadini europei
Secondo un recente sondaggio del PE, nonostante il momento di crisi, aumenta rispetto ad aprile il giudizio positivo dei cittadini europei verso l’Unione e, per quanto riguarda l’Italia, quattro su cinque auspicano un’UE con più poteri per affrontare l’emergenza sanitaria
di Redazione
Il Parlamento europeo ha pubblicato recentemente i dati del suo terzo sondaggio dell’anno in cui chiede ai cittadini comunitari il proprio punto di vista sui temi principali del 2020: la pandemia, la crisi legata al coronavirus e l’Unione europea in questa situazione. Il sondaggio, condotto tra il 25 settembre e il 7 ottobre 2020, nel pieno della seconda ondata per molti paesi europei, mostra come la ricaduta pesi molto sull’aspetto psicologico dei cittadini. Infatti, solo il 37% degli europei si sente speranzoso, percentuale che in Italia aumenta sensibilmente al 46% di coloro che si dichiarano positivi per il futuro.
Anche dal punto di vista economico i cittadini europei non vedono una situazione migliore: se il 50% degli intervistati ritiene che l’incertezza sia ancora lo stato d’animo principale quando si parla dell’impatto economico della pandemia, il 39% degli intervistati dice che la pandemia ha già avuto un impatto sul reddito personale percentuale che arriva al 46% in Italia, mentre un ulteriore 27% si aspetta un impatto simile nel futuro. Nello specifico, i giovani e le famiglie con figli sembrano essere i più colpiti dalla crisi, secondo il sondaggio, il 64% dei cittadini tra i 16 e i 34 anni ha subito qualche forma di difficoltà finanziaria e il 27% delle famiglie con figli ha ammesso di aver attinto prima del previsto ai risparmi.
Nonostante la situazione emergenziale, che tenderebbe a far aumentare il malcontento dei cittadini, la percezione positiva che gli intervistati hanno dell’Unione europea è aumentata di undici punti rispetto al sondaggio condotto tra aprile e maggio, passando dal 32% al 41% di oggi.
A confermare ancora di più la fiducia che i cittadini ripongono nell’UE, è il dato secondo cui il 66% degli intervistati ritiene che l’Europa dovrebbe avere più competenze per affrontare la pandemia. La percentuale In Italia sale al 78% di cittadini che concordano con la possibilità di maggiori poteri contro questo momento di crisi globale. Le richieste a cui gli intervistati italiani si dicono favorevoli non sono avanzate senza cognizione di causa: secondo il sondaggio, il 42% è consapevole delle misure messe in campo dall’Unione per il sostegno alla situazione creata dalla pandemia, contro una media UE del 30%.
Inoltre, la maggioranza degli intervistati a livello europeo, il 54%, ritiene che l’UE dovrebbe avere strumenti finanziari più forti per fronteggiare le conseguenze della crisi, anche in questo caso il dato italiano supera la media arrivando al 64% di italiani che chiedono maggiore capacità finanziaria. Su come investire i finanziamenti europei e come impiegare questa capacità finanziaria, i cittadini europei concordano che la salute pubblica debba essere la priorità di spesa, seguita dalla ripresa economica e da nuove opportunità per le imprese. Seguono come voci di spesa il cambiamento climatico e la protezione dell’ambiente e infine il welfare e il lavoro, selezionati come preferenza dal 35% degli intervistati.
Ad ogni modo, il 77% dei cittadini europei è d’accordo nel ritenere che l’Unione europea debba finanziare solamente gli stati membri che rispettano lo stato di diritto e i principi democratici e quindi a paesi che rispettano i valori europei condivisi.