Da un’emergenza all’altra: la povertà sanitaria in Italia
Gli effetti dell’emergenza. La pandemia ha aggravato il fenomeno: nel 2020 circa 434 mila persone povere non hanno potuto acquistare i medicinali di cui avevano bisogno
di Redazione
A pochi giorni dall’inizio della prima campagna di vaccinazione nel Regno Unito contro il coronavirus, l’Oxfam ha lanciato l’allarme che la corsa ai vaccini taglierà fuori i paesi più poveri. Secondo l’Organizzazione, infatti, «i Paesi ricchi, con il solo il 14% della popolazione mondiale, hanno già acquistato il 53% di tutti i vaccini più promettenti finora», ciò significa che i paesi ricchi si sono già assicurati sufficienti dosi di vaccino al contrario di quelli poveri – nonostante in almeno cinque di questo raggruppamento ci siano stati un milione e mezzo di contagi – che non riceveranno un vaccino sicuro ed efficace.
Si prospetta così una grande disuguaglianza tra chi può e chi non può accedere al vaccino. Questa segue specularmente la disuguaglianza sanitaria mondiale, che è proprio a discapito dei paesi poveri e che si anche per l’accesso, in generale, alle cure mediche.
Il gap, però, tra chi ha accesso alle cure e coloro che invece non possono permettersi i medicinali è ormai individuabile anche all’interno degli stessi paesi ricchi, dove la povertà sanitaria è un fenomeno che la crisi derivante dal coronavirus ha solo accentuato. Secondo i dati dell’VIII Rapporto Donare per curare dell’Osservatorio sulla Povertà Sanitaria, presentati di recente dal Banco Farmaceutico e dall’AIFA, già nel 2019 sette milioni e 867 mila persone, che il rapporto definisce “non povere”, corrispondenti a tre milioni e 564 mila famiglie, lo scorso anno hanno dovuto sospendere o limitare almeno una volta la spesa necessaria per visite mediche e accertamenti periodici. Inoltre, mentre questa categoria di persone “non povere” ha una capacità di spesa pro-capite mensile per le cure mediche di 65 euro e poco più di 28 euro per i medicinali, le persone indigenti possono spendere rispettivamente solo 10,15 euro per le cure mediche e soli 6,38 euro mensili per le medicine.
La pandemia ha peggiorato la situazione: se oltre 30 mila persone non riescono sistematicamente ad acquistare medicinali, nel 2020 sono state 434 mila le persone povere che non hanno potuto comprare medicine a causa delle difficoltà economiche e, durante l’attuale periodo di emergenza, più di 173 mila persone indigenti non sono riuscite a chiedere aiuto a un ente di assistenza. Tra i motivi, il rapporto individua sicuramente la paura del coronavirus che ha fatto ridurre le uscite anche per motivi medici, ma la ragione è anche e soprattutto il fatto che la pandemia ha avuto effetti sui centri assistenziali, tanto che poco più del 40% degli enti ha dovuto limitare la propria azione o sospendere del tutto il servizio.