Nel 2020 il Pil è calato dell’8,9%
Un dato leggermente migliore rispetto alle attese. Nel quarto trimestre -2% La variazione acquisita per il 2021 è pari a +2,3%
di Redazione
Nel 2020 il Pil corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell’8,9%, riferisce l’Istat, mentre per il Pil stimato sui dati trimestrali grezzi la riduzione è stata dell’8,8% (nel 2020 vi sono state due giornate lavorative in più rispetto al 2019). Il dato è dunque di poco migliore rispetto alle attese del governo che nella Nota di aggiornamento al Def aveva stimato una contrazione del 9%. La variazione acquisita per il 2021 è pari a +2,3%.

Nel quarto trimestre del 2020, l’Istat stima che il prodotto interno lordo (Pil), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2015, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, sia diminuito del 2% rispetto al trimestre precedente e del 6,6% in termini tendenziali. Il quarto trimestre del 2020 ha avuto due giornate lavorative in meno rispetto al trimestre precedente e una giornata lavorativa in più rispetto al quarto trimestre del 2019.
«L’economia italiana – commenta l’Istat – registra, dopo il robusto recupero del terzo trimestre, una nuova contrazione nel quarto a causa degli effetti economici delle nuove misure adottate per il contenimento dell’emergenza sanitaria. Tale risultato determina un ampliamento del calo tendenziale del Pil: da -5,1% del trimestre precedente a -6,6%».
La variazione congiunturale è la sintesi di una diminuzione del valore aggiunto in tutti i principali comparti produttivi, ovvero agricoltura, silvicoltura e pesca, industria e servizi. Dal lato della domanda, afferma l’Istat, vi è un contributo negativo sia della componente nazionale (al lordo delle scorte), sia della componente estera netta.