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L’impatto della pandemia sulla vita delle persone

Intanto nel mondo aumenta la fiducia nei vaccini (anche in Italia)

di Redazione

Gli Stati Uniti hanno superato i 450 mila decessi a causa del coronavirus. E quasi la metà delle vittime a livello globale, più di 1,1 milioni, si conta in cinque paesi, che sono, oltre agli Usa, Brasile, Messico, India e Regno Unito. A preoccupare, adesso, sono soprattutto le varianti che secondo diverse indagini sembrano in effetti più contagiose e mortali del ceppo originale del virus. Motivo per cui c’è la volontà condivisa a livello mondiale di accelerare sulle campagne di vaccinazione. Nel Regno Unito, ad esempio, è stato avviato uno studio per verificare l’efficacia dell’immunizzazione anti-Covid con due vaccini differenti (quelli prodotti da Pfizer-BioNTech e da AstraZeneca-Oxford) invece di uno come avviene attualmente per la prima dose e il richiamo.

Quanto è cambiata la vita negli Stati Uniti e in Europa

Secondo un recente sondaggio del Pew Research Center, condotto mentre venivano approvati i vaccini nel Regno Unito e negli Stati Uniti, significative quote di intervistati – tra Usa, Francia, Germania e Uk – affermano che le loro vite sono cambiate a causa della pandemia e delle restrizioni. Quasi tre quarti degli adulti statunitensi afferma che la propria vita è cambiata (“molto” per il 44%). Dall’altra parte dell’Atlantico, non meno di due terzi dei cittadini nel Regno Unito e in Francia rispondono allo stesso modo. L’eccezione è la Germania, dove meno della metà degli intervistati ritiene che il coronavirus ha cambiato le abitudini di vita, mentre il 52% afferma che non è cambiato molto o non è cambiato affatto. Se negli Stati Uniti si è scontenti, nel 58% dei casi, della risposta nazionale alla pandemia, in Germania in compenso si è piuttosto soddisfatti (77%). Anche in Francia la maggior parte (54%) giudica positivamente le decisioni prese per contrastare la diffusione del coronavirus, mentre nel Regno Unito prevalgono seppur di poco coloro che manifestano in questo senso insoddisfazione (51%). In generale in tutti i paesi sondati emerge la convinzione che in futuro cresceranno le capacità di affrontare eventuali, nuove crisi sanitarie.  

La fiducia nei vaccini

L’ottimismo, però, arriva dalla risposta dei vaccini. Ma soprattutto, verso quest’ultimi, aumenta la fiducia nel mondo. Stando all’indagine dell’Institute of Global Health Innovation dell’Imperial College di Londra, a metà gennaio la volontà di vaccinarsi nei 15 paesi esaminati, Italia compresa (ma non gli Stati Uniti), si attestava al 54%, quando invece a novembre era al 41%. È nel Regno Unito che si registra il maggior numero di risposte positive (il 70% contro il 41% di novembre), mentre in Francia il più basso (il 30%, pur sempre in crescita dal 15% della precedente rilevazione). In Italia le risposte positive si collocano al 44% (erano al 31% a novembre).

 

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