La “geografia” del salario minimo in Europa
In 21 dei 27 Stati dell’UE è previsto un salario minimo legale, che varia dai 332 euro previsti in Bulgaria ai 2.200 in Lussemburgo
di Redazione
In tutta l’Unione europea solo 21 paesi dei 27 Stati membri prevedono un salario minimo nazionale per legge. L’Eurostat suddivide questi paesi che al primo gennaio 2021 prevedevano un salario minimo nazionale – prima dell’applicazione di tasse ed eventuali contributi – in tre macro gruppi, in base all’entità monetaria garantita. Il primo gruppo, formato dai paesi dell’Est Europa, prevede salari minimi inferiori a 650 euro al mese, e comprende dalla Bulgaria in cui il minimo salariale è di 332 euro, alla Lituania, dove arriva a 642, ma il minimo legale è diverso in Ungheria, 442, Romania, 458, Lettonia, 500, Croazia, 563, Repubblica Ceca, 579, Estonia, 584, Polonia e Slovacchia dove il salario aumenta a rispettivamente 614 e 623 euro. Nel secondo gruppo di paesi il salario minimo è compreso tra 700 e 1500 euro mensili, e ne fanno parte: Grecia, 758, Portogallo, 776, Malta, 785, Slovenia, 1.024, e Spagna dove arriva a 1.108 euro.
I restanti sei paesi, in cui il salario minimo è sopra i 1500 euro sono la Francia, dove è di 1.555, Germania, 1.614, Belgio, 1.626, Paesi Bassi, 1.685, Irlanda 1.724, ed infine il Lussemburgo dove il salario minimo previsto è di 2.202 euro.
La differenza tra i paesi è notevole, il salario minimo in Lussemburgo è 6,6 volte maggiore di quello in Bulgaria, e la differenza tra paesi, rimane anche eliminando le differenze di prezzo, anche se in questo caso, il gap tra i due salari nazionali estremi scende a 2,7 volte. Sarebbe più corretto, però, calcolare il salario minimo nazionale in termini relativi, rispetto al guadagno mediano del paese stesso. In questo modo, secondo i dati dell’Eurostat, soltanto quattro paesi mostrano di avere un salario minimo pari almeno al 60% della retribuzione mensile lorda mediana, e sono Francia, Portogallo, Slovenia e Romania.
L’Italia rientra, insieme a Danimarca, Svezia, Finlandia, Cipro e Austria, tra i sei paesi che l’Eurostat classifica come non aventi un salario minino legale, perché in questi stati il minimo non è affidato alla legge, ma alla contrattazione collettiva, non è perciò universale – in quanto applicabile a tutti i lavoratori – ma settoriale, in base all’attività svolta.