Export in calo del 9,7% nel 2020, peggior risultato dal 2009
A dicembre 2020 l’Istat stima una flessione congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le esportazioni (-3,8%) che per le importazioni (-1,1%)
di Redazione
Il peggior risultato dal 2009: così l’Istat descrive il crollo dell’export nel 2020, pur in presenza di un recupero registrato negli ultimi mesi dell’anno. «Nonostante il calo congiunturale a dicembre – spiega l’Istat–, la dinamica dell’export nel quarto trimestre è positiva nel confronto con il trimestre precedente. Su base annua, la crescita accelera (+3,3% da +1,1% di novembre). Malgrado il rapido recupero, dopo il crollo di marzo e aprile, il 2020 si chiude con una contrazione complessiva dell’export del 9,7% (il peggior risultato dopo la caduta registrata nel 2009)».
A dicembre 2020 l’Istat stima una flessione congiunturale per entrambi i flussi commerciali con l’estero, più intensa per le esportazioni (-3,8%) che per le importazioni (-1,1%). La diminuzione su base mensile dell’export è dovuta al calo delle vendite sia verso i mercati extra UE (-3,9%) sia verso l’area UE (-3,7%).
Nell’ultimo trimestre del 2020, rispetto al trimestre precedente, l’export cresce del 3,3%, trainato soprattutto dalle maggiori vendite di beni strumentali e beni intermedi. Nello stesso periodo, l’import aumenta del 4,3%.
A dicembre 2020, l’export registra una crescita tendenziale del 3,3% (da +1,1% di novembre), dovuta all’aumento delle vendite sia verso i mercati extra UE (+4,1%), sia verso l’area UE (+2,4%). L’import segna una flessione dell’1,7, determinata soprattutto dal calo degli acquisti dall’area extra UE (-3,2%).
Tra i settori che contribuiscono maggiormente all’aumento tendenziale dell’export si segnalano metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (+21,8%), mezzi di trasporto, autoveicoli esclusi (+28,5%), prodotti alimentari, bevande e tabacco (+7,8%) e autoveicoli (+11%). I maggiori cali riguardano prodotti petroliferi raffinati (-35,6%), articoli in pelle (-11,1%) e articoli di abbigliamento (-9,6%).
Su base annua, i paesi che contribuiscono in misura più ampia all’incremento dell’export sono Germania (+7,7%), Stati Uniti (+7,9%), Regno Unito (+12,5%) e Cina (+18,3%). In diminuzione si segnalano le vendite verso paesi OPEC (-13,1%), Giappone (-9,7%) e Spagna (-2,7%).
Nel complesso del 2020, l’export registra una contrazione del 9,7%, con riduzioni di pari entità verso entrambi i mercati di sbocco, area Ue ed extra Ue. Il calo è dovuto in particolare alla caduta delle esportazioni di macchinari e apparecchi (-12,6%), prodotti petroliferi raffinati (-42,1%) e articoli in pelle, escluso abbigliamento, e simili (-20,8%). Risultano in aumento le vendite di articoli farmaceutici, chimico-medicinali e botanici (+3,8%) e prodotti alimentari, bevande e tabacco (+1,9%).
Nell’ultimo mese del 2020 si stima che il saldo commerciale risulti positivo per 6.844 milioni di euro, con un aumento di 1.780 milioni rispetto a dicembre 2019. Nell’anno 2020 l’avanzo commerciale raggiunge +63.577 milioni (+86.125 milioni al netto dei prodotti energetici). Nel 2019 era stato pari a +56.116 milioni.
Nel mese di dicembre 2020 i prezzi all’importazione aumentano dello 0,7% su base mensile e diminuiscono del 4,4% su base annua.