Turismo in crisi, ancora molte le incognite
Il Digital Green Pass potrebbe però contribuire alla ripartenza del settore messo in ginocchio dall’emergenza sanitaria. Secondo Coldiretti può salvare il turismo estivo per 11,2 miliardi
di Redazione
Non tutti sono d’accordo sull’efficacia del Digital Green Pass pensato dalla Commissione europea, una sorta di passaporto vaccinale il cui scopo sarebbe quello di facilitare gli spostamenti dei cittadini europei in sicurezza nell’UE o all’estero, per lavoro o per turismo, ma certamente le imprese legate al settore ci contano. È la luce in fondo al tunnel tanto attesa per il comparto del turismo, tra i più colpiti dall’emergenza sanitaria del 2020 e inizio 2021? Ancora presto per dirlo, ma secondo un’analisi di Coldiretti l’iniziativa potrebbe salvare l’estate degli stranieri in vacanza in Italia che vale 11,2 miliardi per il sistema turistico nazionale in spese per alloggio, alimentazione, trasporti, divertimenti, shopping e souvenir.
L’Italia, sottolinea infatti la Coldiretti, è fortemente dipendente dall’estero per il flusso turistico con ben 23,3 milioni di viaggiatori stranieri che la scorsa estate hanno dovuto rinunciare a venire in Italia per effetto delle limitazioni agli spostamenti e per le preoccupazioni sulla diffusione del contagio. Ad essere avvantaggiate saranno soprattutto le città d’arte, che sono le storiche mete del turismo dall’estero (per rendere l’idea: nel 2020 la domanda turistica a Roma è diminuita del 74,1% e nel Lazio del 71,8%, secondo lo Scenario e prospettive di ripresa della filiera turistica a Roma e nel Lazio presentato da Intesa Sanpaolo e Srm e il contributo più negativo arriva proprio dalla componente straniera). Tuttavia, riferisce Coldiretti, anche gli oltre 24 mila agriturismi nazionali, dove gli stranieri in alcune regioni, secondo Campagna Amica, rappresentano tradizionalmente oltre la metà degli ospiti.
I numeri del turismo, condizionati dalla pandemia e dalle relative misure restrittive per limitare la diffusione del coronavirus, sono impietosi. Dall’ultimo report dell’Istat, emerge che nel quarto trimestre del 2020 è diminuito del -2,2% l’indice destagionalizzato del fatturato dei servizi rispetto al trimestre precedente mentre l’indice generale grezzo registra un calo, in termini tendenziali, del -7,6%. E per quanto le variazioni tendenziali risultino essere negative in tutti i settori, le flessioni più marcate riguardano le attività dei servizi di alloggio e ristorazione (-50%), le agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (-16,3%).
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