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«La crisi rischia di aggravare le disuguaglianze»

Secondo l’Ocse quanti hanno uno scarso livello di competenze e un basso livello di formazione continua sono i più esposti. Tra le priorità l’efficienza della pubblica amministrazione

di Redazione

La crisi rischia di far diminuire ulteriormente i tassi di occupazione e di aggravare le diseguaglianze, specialmente tra quanti hanno uno scarso livello di competenze e un basso livello di formazione continua. Questo, in soldoni, il principale rischio per l’Italia nella fase pandemica secondo l’Ocse nel report Going for Growth 2021. Shaping a Vibrant Recovery. «Un’offerta efficace di istruzione, servizi pubblici di promozione dell’impiego e politiche di attivazione servizi in materia di istruzione – è dunque il suggerimento dell’Ocse –, può contribuire a mitigare i divari tra domanda e offerta di competenze e lavoro, in particolar modo per i giovani e per i lavoratori più vulnerabili». Molte delle sfide strutturali dell’Italia (disparità territoriali, demografiche, di genere e nelle performance di produttività, nonché gli elevati livelli di debito pubblico) sono state aggravate dall’emergenza sanitaria, viene infatti osservato nel report.

Cosa serve dunque? La priorità per favorire la ripresa dell’Italia è rappresentata dalla promozione dell’efficienza della pubblica amministrazione, principalmente nell’ottica di migliorare la gestione degli investimenti pubblici e rendere, al contempo, più efficaci l’assegnazione e il coordinamento dei compiti di attuazione delle varie politiche tra i diversi livelli di governo: «Passaggi chiave, questi ultimi, per un efficace utilizzo dei fondi del Recovery e per la piena realizzazione dei vantaggi attesi dalle previste riforme strutturali».

A livello europeo, intanto il Fondo monetario internazionale invita a ulteriori misure di stimolo, purché sia «non un pacchetto di spesa indiscriminata e permanente ma misure mirate e temporanee sul fronte della domanda e dell’offerta». Questo ulteriore stimolo, ipotizzato al 3% del Pil nel 2021-2022, può aumentare il Pil del 2% entro la fine del 2022, dice il Fmi. Il Pil dell’Europa è atteso tornare ai livelli pre-pandemia nel 2022. 

 

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