La ripresa della domanda spinge il settore manifatturiero
A maggio, secondo le ultime rilevazioni di IHS Markit, l’indice PMI è salito al valore record di 62.3 punti
di Redazione
Secondo gli ultimi dati PMI, durante l’indagine di maggio il settore manifatturiero in Italia ha registrato un’altra prestazione strepitosa. La crescita della produzione ha continuato a risultare tra la più alte della storia dell’indagine, per via dell’aumento record dei nuovi ordini e dei livelli occupazionali, e con l’ulteriore espansione della domanda da parte dei clienti a metà del secondo trimestre.
Le interruzioni sulla catena di distribuzione però sono rimaste elevate, e di conseguenza si è ancora di più rafforzata la pressione inflazionistica. L’Indice destagionalizzato PMI (Purchasing Managers Index®) IHS Markit del settore manifatturiero italiano – che con una sola cifra fornisce un quadro degli sviluppi delle condizioni generali del settore manifatturiero – è aumentato ulteriormente da 60.7 di aprile, raggiungendo a maggio il nuovo valore record di 62.3 e ha segnalato la migliore prestazione delle condizioni operative dall’inizio della storia dell’indagine, nel giugno del 1997.
A dare un forte impulso al valore principale di maggio è stato l’Indice destagionalizzato dei Nuovi Ordini, che ha raggiunto un record storico e ha mostrato un rapido aumento del volume generale dei nuovi ordini. Secondo le aziende campione, le più favorevoli condizioni economiche hanno favorito la crescita della domanda da parte dei clienti. L’indagine di maggio è stata inoltre indicativa di un numero superiore di vendite destinate al mercato estero, con una espansione delle esportazioni ad uno dei tassi più alti della storia dell’indagine. La crescita è stata attribuita dalle aziende campione alla migliore domanda, in particolare dalla Cina e dagli Stati Uniti.
A maggio, la produzione è di conseguenza aumentata ad un ritmo leggermente accelerato. Il tasso di crescita è stato il maggiore da febbraio 2011 e il secondo più veloce di sempre. L’aumento delle vendite ha tuttavia aggiunto pressioni sulla capacità. Il livello del lavoro inevaso delle aziende manifatturiere italiane è aumentato infatti segnando un tasso record. Le imprese aderenti all’indagine hanno inoltre notato che la carenza di materiale e i ritardi delle consegne hanno causato ritardi nel completamento di alcuni ordini.
In risposta alla crescente domanda e alla maggiore pressione sulla capacità, le aziende manifatturiere italiane hanno assunto a maggio ulteriore personale al livello più alto della storia dell’indagine. I dati di maggio hanno inoltre evidenziato l’ennesima pressione sulla catena di distribuzione, con i tempi medi di consegna in allungamento ad un livello quasi record. I dati raccolti hanno riportato come cause principali dei ritardi la carenza di materiale presso i magazzini, la maggiore domanda per materiale e problemi di natura logistica.
L’attività di acquisto presso i manifatturieri italiani a maggio è di fatto aumentata per il sesto mese consecutivo registrando il secondo tasso più forte della storia dell’indagine. Le giacenze delle materie prime e dei semilavorati però sono diminuite ulteriormente, e le aziende campione l’hanno attribuito ai problemi sulla fornitura. A maggio, anche se ad un tasso leggermente inferiore, anche le giacenze dei prodotti finiti hanno riportato una contrazione. Secondo le aziende intervistate, per far fronte alla crescente domanda, le vendite sono state soddisfatte utilizzando le giacenze. Le interruzioni sulla fornitura e la carenza di materiale sono state frequentemente citate dalle imprese campione come ragioni di aumento dei prezzi di acquisto.
Il tasso di inflazione dei costi è stato il più forte da febbraio 2011 e in generale è stato rapido. Le aziende hanno di conseguenza riportato il maggiore incremento dei prezzi di vendita dall’inizio della raccolta dati per questa serie, ovvero nel 2002. Rimane forte a maggio il livello di ottimismo delle aziende ed è stato collegato alla robusta domanda e alla speranza di una sostenuta ripresa economica. Le prospettive sono risultate più moderate rispetto ad aprile pur rimanendo generalmente in linea con la media storica.
(fonte: IHS Markit)