Eurozona, l’economia riparte (soprattutto nella seconda metà dell’anno)
Il bollettino della Bce: la produzione manifatturiera rimane robusta e cresce anche il clima di fiducia dei consumatori. Incertezza dalle varianti
di Redazione
Miglioramenti significativi sono attesi soprattutto nella seconda metà dell’anno, le incertezze, semmai, riguardano le varianti per cui «la pandemia in corso e le sue implicazioni per le condizioni economiche e finanziarie continuano a rappresentare una fonte di rischi al ribasso». Secondo la Banca centrale europea, si rileva ad ogni modo «un sensibile miglioramento» dell’economia dell’Eurozona nel secondo trimestre di quest’anno, dopo che nei primi tre mesi il Pil in termini reali aveva registrato «un calo dello 0,3 per cento, collocandosi su un livello del 5,1 per cento inferiore rispetto a quello del quarto trimestre del 2019, prima della pandemia». Anche a livello globale, spiega la Bce nel bollettino economico, si osserva una ripresa «nonostante l’intensificarsi della pandemia, con le economie emergenti che sono divenute l’epicentro dei nuovi contagi a livello mondiale».
Spiega ancora la Bce: «La produzione manifatturiera rimane robusta, sostenuta da una solida domanda mondiale, anche se strozzature dal lato dell’offerta potrebbero incidere negativamente sull’attività industriale nel breve periodo». A migliorare anche il clima di fiducia dei consumatori che fa ben sperare per il recupero dei consumi e sulla stessa linea le previsioni sugli investimenti delle imprese che «evidenziano capacità di tenuta, malgrado il deterioramento dei bilanci societari e le prospettive economiche ancora incerte».
«In prospettiva – afferma la Bce – ci si attende che la crescita continui a registrare un netto miglioramento nella seconda metà del 2021, via via che i progressi nelle campagne di vaccinazione consentono di allentare ulteriormente le misure di contenimento. Nel medio termine la ripresa dell’economia nell’area dell’euro dovrebbe essere favorita dalla più vigorosa domanda mondiale e interna, nonché dal continuo sostegno delle politiche monetaria e di bilancio».
Infine, secondo le proiezioni macroeconomiche di giugno, tra il 2021 e il 2023, «la combinazione di sovvenzioni e prestiti connessi con Next Generation EU dovrebbe fornire uno stimolo aggiuntivo pari a circa lo 0,5% del Pil all’anno».