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Il settore auto e la crisi dei microchip

La pandemia ha avuto un impatto negativo sull’automotive, ma non tutto è riconducibile ai recenti lockdown

di Redazione

La pandemia ha avuto un impatto negativo sul settore automobilistico, sia direttamente che indirettamente. Se da un lato, infatti, il comparto ha subito gli effetti dei lockdown e delle altre misure restrittive in termini di vendite, dall’altro l’automotive è stato interessato anche da un’altra crisi, quella della fornitura dei microchip.

«Con l’avvento del virus – spiega il Centro Studi Promotor nell’analisi pubblicata ad ottobre, dal titolo Pandemia + Microchip = Crisi devastante – i produttori di microchip avevano ridotto i programmi di produzione ritenendo che vi sarebbe stato un calo di domanda legato al lockdown e in generale agli effetti negativi della crisi sanitaria». «È successo invece esattamente il contrario – spiegano gli esperti –. La limitazione agli spostamenti delle persone e l’avvento dello smartworking hanno determinato una crescita della domanda di computer, smartphoine e tablet», tutti prodotti che utilizzano una quantità elevata di semiconduttori, con un conseguente calo delle forniture per il settore automotive.

Tutto ciò, dunque, ha portato ad una riduzione delle consegne e delle giacenze di auto pronte, fattori evidenziati dal 96% dei concessionari intervistati dal Centro Studi Promotor, contro il 28% rilevato a inizio anno. Le conseguenze sono evidenti negli ultimi dati sulle immatricolazioni, scese di oltre il 32% in Italia tra il settembre del 2020 e lo stesso mese di quest’anno e del 25,2% in Europa (Unione europea, Regno Unito e paesi Efta). Le vendite europee sono ancora indietro di 24 punti percentuali rispetto al 2019, anno che ha preceduto la pandemia di coronavirus.

Secondo quanto spiegato a La Stampa da Jean-Marc Chery, numero uno di STMicroelettronics, colosso dell’elettronica, «la crisi dei semiconduttori si protrarrà fino al 2023», ma il settore che ne garantisce l’offerta gode di ottima salute, proprio grazie alla domanda sovrastimata, basti pensare che nel 2020 il settore dei semiconduttori, secondo gli ultimi dati del Semiconductor Applications Forecaster di IDC, il fatturato ha raggiunto i 464 miliardi di dollari, mettendo a segno una crescita del 10,8% rispetto al 2019.

 

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