L’inflazione aggrava il disagio sociale, su a ottobre il Misery index
L’indice elaborato dall’Ufficio Studi Confcommercio è salito a 16,9 punti, trainato soprattutto dall’aumento dei prezzi di beni e servizi ad alta frequenza di acquisto
di Redazione
È salito a 16,9 punti il Misery Index della Confcommercio a ottobre, riflettendo soprattutto l’aumento dei prezzi di beni e servizi ad alta frequenza di acquisto, pari ad un +3,1%. L’indicatore, che misura il disagio sociale, non ha invece sofferto la componente relativa alla disoccupazione estesa che, come spiega la Confcommercio, «è in fase di normalizzazione», con il dato che si attesta all’11,5%, in leggero calo rispetto al mese precedente. «La ripresa dell’attività economica – ha spiegato il direttore dell’ufficio studi di Confcommercio, Mariano Bella – ha riportato ormai gran parte degli inattivi sul mercato, senza particolari peggioramenti sul versante della disoccupazione ufficiale». Il tasso di disoccupazione ufficiale è pari al 9,4%.
Inoltre, emerge ancora dal report dell’Ufficio Studi Confcommercio, a ottobre 2021 le ore autorizzate di CIG sono state oltre 66 milioni a cui si sommano gli oltre 33 milioni di ore per assegni erogati da fondi di solidarietà. Del totale delle ore autorizzate, il 64,9% aveva causale Covid-19, dato che seppure in progressiva riduzione conferma le difficoltà delle imprese e del mondo del lavoro ad uscire completamente dalla fase emergenziale. In termini di ore di CIG effettivamente utilizzate destagionalizzate e ricondotte a ULA, si stima che questo corrisponda a poco più di 312 mila unità lavorative standard, dato in ridimensionamento rispetto ai mesi precedenti. Il combinarsi di queste dinamiche ha portato il tasso di disoccupazione esteso all’11,5%.
Ad ottobre, infine, i prezzi dei beni e dei servizi ad alta frequenza d’acquisto hanno registrato un aumento del 3,1% su base annua, valore che non si registrava da inizio 2017.