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Ripresa nel 2021 grazie a consumi e investimenti

L’anno scorso la propensione al risparmio delle famiglie scende al 13,1%, il reddito disponibile aumenta del 3,8% e la spesa per consumi finali del 7%

di Redazione

Risalgono reddito e consumi delle famiglie e tasso di investimento delle imprese in netto aumento: nel 2021, spiega l’Istat nel report Conti economici nazionali per settore istituzionale, la propensione al risparmio delle famiglie scende al 13,1% (dal 15,6% nel 2020). Il reddito disponibile aumenta del 3,8%, la spesa per consumi finali del 7%. Per le società non finanziarie il valore aggiunto cresce dell’8,9% e il tasso di investimento sale al 22,8%, il livello più alto dal 2008. La risalita delle entrate fiscali e contributive, nonostante il permanere di misure di sostegno al reddito delle famiglie e all’attività produttiva, ha determinato una sensibile riduzione dell’indebitamento delle amministrazioni pubbliche, risultato pari a -128,3 miliardi di euro.

Nello specifico, spiega l’Istat, nel corso del 2021, l’espansione dell’attività produttiva e il ritorno delle retribuzioni ai livelli del 2019 hanno generato una crescita del reddito disponibile delle famiglie consumatrici del 3,8% (+42,5 miliardi di euro), dopo che nel 2020 si era avuta una contrazione del 2,7% (-30,6 miliardi). Il potere d’acquisto, ossia il reddito disponibile espresso in termini reali, pur aumentando del 2,1% su base annua, non si è riportato ai livelli pre-crisi.

La dinamica più sostenuta della spesa per consumi finali delle famiglie (+7%, +66,5 miliardi di euro) rispetto al reddito disponibile ha generato una diminuzione della quota di reddito destinata al risparmio, che è passata dal 15,6% del 2020 al 13,1% del 2021, mantenendosi tuttavia ben al di sopra di quanto riscontrato nel periodo antecedente la crisi, quando oscillava fra l’8% e il 9%. La crescita dell’economia ha determinato un incremento di 74,3 miliardi di euro del reddito primario delle famiglie (+6,3%). I redditi da lavoro dipendente sono aumentati di 51,4 miliardi di euro (+7,6%), così come quelli derivanti dall’attività imprenditoriale (+21,2 miliardi, +7,3%). 

In particolare, dalle piccole imprese di loro proprietà, le famiglie hanno ricevuto utili per 16,5 miliardi di euro in più rispetto al 2020 (+8,2%). Nel corso del 2020 il complesso degli interventi di redistribuzione avevano sostenuto il reddito delle famiglie, riducendo di 61,3 miliardi di euro il prelievo rispetto al 2019. Nel 2021, le operazioni di redistribuzione, pur sottraendo al reddito delle famiglie 31,7 miliardi di euro in più rispetto all’anno precedente, hanno continuato a fornire un sostegno decisamente superiore ai livelli antecedenti la crisi. Si è registrato un aumento delle imposte correnti di 15,3 miliardi di euro (+7,3% rispetto al 2020) e dei contributi sociali di 18,1 miliardi (+6,8%). Le prestazioni sociali, che nel 2020 erano cresciute di 37,5 miliardi, hanno registrato un ulteriore incremento di 1,9 miliardi (+0,4%).

Con la ripresa dell’attività produttiva le risorse destinate al finanziamento della cassa integrazione guadagni (CIG) si sono ridotte di 6,4 miliardi di euro rispetto al 2020, così come il sostegno ai lavoratori autonomi, diminuito di 5,3 miliardi. D’altra parte, all’aumento fisiologico delle pensioni, si è aggiunto un incremento di 4,5 miliardi delle risorse destinate ai sussidi per l’esclusione sociale (+1,6 miliardi per l’erogazione del reddito di cittadinanza, +1,4 miliardi per il reddito di emergenza e +2 miliardi per il “bonus 80 euro”, a fronte di una più modesta riduzione di altri flussi) e di 2,3 miliardi per l’assegno temporaneo per i figli minori (DL 79/2021).

Nel corso del 2021, alle piccole imprese e ai lavoratori autonomi (famiglie produttrici) sono stati erogati contributi a fondo perduto per circa 7,2 miliardi di euro (3,5 miliardi nel 2020), a titolo di trasferimenti in conto capitale.

 

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