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L’America e le armi

Numeri e opinioni dei cittadini statunitensi alla luce delle recenti stragi a Buffalo e Uvalde

di Redazione

«È il momento di trasformare il dolore in azione e agire sulle armi». Il presidente statunitense Joe Biden ha commentato così l’ennesima strage, stavolta avvenuta in Texas, in una scuola elementare di Uvalde. A perdere la vita sono stati 19 bambini e due adulti. A compiere il folle gesto è stato un 18enne, Salvador Ramos, il quale è stato poi a sua volta ucciso dalla polizia. Da quanto si sa, il giovane aveva acquistato due fucili nel giorno del 18esimo compleanno. Prima della strage, aveva sparato alla nonna e in seguito ha avuto un incidente di auto vicino alla Robb Elementary School. Commenti molto duri, chiedendo una stretta sulle armi, sono giunti anche dalla vicepresidente Kamala Harris e dall’ex presidente Barack Obama. In queste ore è sotto “accusa” anche il governatore repubblicano del Texas, Greg Abbott, in quanto promotore di una legge che dal settembre 2021 consente a tutti di possedere e portare per strada pistole e fucili senza licenza né formazione. La strage precede di qualche giorno la convention annuale della National Rifle Association (NRA), la lobby americana delle armi, in programma proprio in Texas, a Houston. Con quella di Uvalde, solo da inizio anno, sono 212 le sparatorie di massa negli Stati Uniti. 

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Nel 2020, l’anno più recente per il quale sono disponibili dati completi, 45.222 persone sono morte per ferite da arma da fuoco negli Stati Uniti, secondo il CDC. La cifra include però omicidi e suicidi con armi da fuoco, insieme ad altre tre tipologie meno comuni di decessi legati alle armi  e monitorati dal CDC: quelli non intenzionali, quelli che hanno coinvolto le forze dell’ordine e quelli le cui circostanze non possono essere determinate. Se si restringe il campo, nel 2020 sono state 578 le vittime in stragi di massa (sparatorie in cui muoiono almeno tre persone). Resta il fatto, ad ogni modo, che quello delle armi è uno dei temi più dibattuti negli Stati Uniti alla luce dei recenti avvenimenti. Uvalde come Buffalo, non molti giorni fa, quando un giovane suprematista bianco ha aperto il fuoco in un centro commerciale frequentato perlopiù da neri, uccidendo dieci persone. Negli ultimi tempi la polemica politica ha riguardato soprattutto i repubblicani al Congresso, “colpevoli” secondo la controparte democratica di ostacolare un processo di revisione in termini di regolamentazione sull’uso e sul possesso di armi da fuoco nell’ottica di un’interpretazione ritenuta eccessivamente “originalista” della Costituzione, che nel secondo emendamento recita: «Essendo necessaria alla sicurezza di uno Stato libero una ben organizzata milizia, il diritto dei cittadini di detenere e portare armi non potrà essere infranto». Ma cosa ne pensano i cittadini americani al riguardo?

Secondo un sondaggio del Pew Research Center condotto a giugno del 2021, quattro adulti statunitensi su dieci affermano di vivere in una famiglia con una pistola, incluso il 30% che afferma di possederne una personalmente. Esistono differenze nei tassi di possesso di armi in base alla vicinanza politica al Partito repubblicano o democratico, al sesso, alla geografia e ad altri fattori. Ad esempio, il 44% dei repubblicani (e degli indipendenti di tendenza repubblicana) afferma di possedere personalmente una pistola, rispetto al 20% dei democratici. Gli uomini sono più propensi delle donne a dire di possedere una pistola (il 39% contro il 22%). E il 41% degli adulti che vivono nelle zone rurali dichiara di possedere un’arma da fuoco, rispetto a circa il 29% di quelli che vivono nelle aree urbane e ai due su dieci che vivono in città.

I dati federali suggeriscono che le vendite di armi sono aumentate negli ultimi anni, in particolare durante la pandemia di coronavirus. Da un sondaggio Gallup risalente ad agosto 2019 emergeva come molto probabile la possibilità che i possessori di armi citino la sicurezza o la protezione personale come motivo per averne una. Quote inferiori hanno fornito altre ragioni, tra cui la caccia (40%), attività ricreative o sport non specifici (11%), che la loro pistola era un cimelio di famiglia (6%) o che la pistola era correlata alla professione (5%).

Circa la metà degli americani (48%), comunque, vede la violenza armata come un grosso problema nel paese, ma quasi otto adulti neri su dieci (78%) –di nuovo secondo il Pew Research Center – identificano la violenza armata quale problema rilevante negli Stati Uniti, una quota che è superiore a quella degli ispanici (57%) e dei bianchi (42%) che sostengono la stessa cosa. Circa la metà degli americani (53%) è favorevole a leggi più severe sulle armi, ma la percentuale è in calo dal 2019. Quote minori affermano che queste leggi sono giuste (32%) o dovrebbero essere meno rigide (14%). La quota di americani che afferma che le leggi sulle armi dovrebbero essere più severe è diminuita dal 60% registrato a settembre 2019. Le opinioni attuali, invece, risultano in linea con quelle di marzo 2017.

 

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