Guerra e inflazione rallentano (ancora) la ripresa
Anche nell’area Ocse l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto al 9,2%. L’inflazione alimentare sale al 7,1% in Italia
di Redazione
Come si è visto ancora nelle ultime settimane, l’inflazione che sale mette a rischio la ripresa, alla luce, inoltre, della crisi generale dovuta alla guerra in Ucraina, giunta nel frattempo al suo centesimo giorno. Dopo la frenata registrata nel mese di aprile, i dati preliminari dell’Istat relativi a maggio rimarcano che l’inflazione è tornata ad accelerare con un aumento dello 0,9% su base mensile e del 6,9% su base annua (da +6% del mese precedente). Un rialzo che è dovuto soprattutto ai Beni energetici (la cui crescita passa da +39,5% di aprile a +42,2%) e in particolare agli Energetici non regolamentati (da +29,8% a +32,4%), oltre che ai Beni alimentari (da +6,1% a +7,1%), soprattutto per quanto riguarda i Beni alimentari lavorati (da +5% a +6,8%).

Anche nell’area Ocse, l’indice dei prezzi al consumo è cresciuto al 9,2% – ma i dati in questo caso si riferiscono ad aprile 2022 – dopo l’8,8% rilevato a marzo. Escludendo alimentazione ed energia, l’inflazione è salita al 6,3% ad aprile, dopo il 5,9% a marzo. L’indice dei prezzi alimentari, afferma l’Ocse, «è continuato a crescere fortemente per raggiungere 11,5% ad aprile 2022, dopo 10% a marzo». Anche i prezzi dei servizi sono cresciuti in larga parte dei paesi Ocse, con un aumento medio del 4,4% ad aprile su 33 Paesi del gruppo, dopo il 3,9% a marzo. La crescita di prezzi alimentari e servizi risulta leggermente compensato dal momentaneo rallentamento dell’aumento dei prezzi dell’energia, al 32,5% ad aprile,1,2 punti in meno rispetto al mese di marzo.
L’inflazione, in ogni caso, è variata in modo diverso a seconda dei paesi. Nove, tra quelli Ocse, hanno conosciuto un tasso di inflazione a due cifre. I più elevati sono stati registrati in Turchia ed Estonia. L’inflazione è invece diminuita in cinque paesi Ocse, tra cui Spagna, Italia e Stati Uniti. Ad aprile, l’inflazione è rimasta stabile al 7,1% nei Paesi del G7. I prezzi dell’energia sono stati il principale fattore di aumento dei prezzi in Germania, Francia e Italia. Nella zona euro, l’inflazione di aprile è rimasta stabile al 7,4%. Tornando all’Italia, nel nostro paese i prezzi degli alimentari sono cresciuti in media del 7,1% per effetto di aumenti generalizzati di tutti i prodotti a partire dagli oli alimentari di semi (+70,2%) al burro (+22,6%) fino alla pasta (+16,6%), secondo un’analisi Coldiretti.
L’inflazione è un aumento progressivo del livello generale dei prezzi, che comporta, come diretta conseguenza, una diminuzione del potere di acquisto della moneta, cioè della quantità di beni che può essere acquistata con una determinata quantità di moneta. Chiaramente tale situazione si ripercuote sui consumi delle famiglie, che possono diminuire innescando perciò una spirale negativa.