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Verso la prima crisi globale dell’energia?

Sono i timori dell’Iea, ora aggravati dall’invasione russa dell’Ucraina. «Accelerare gli investimenti nella transizione come risposta più efficace e duratura alle difficoltà»

di Redazione

Secondo la Commissione europea I paesi UE dovrebbero ridurre la domanda di gas del 15% tra il primo agosto 2022 e il 31 marzo 2023. La proposta è contenuta nel Piano per salvare l’inverno ed è stata illustrata mercoledì 20 luglio, prevedendo misure per la riduzione della domanda di gas. La riduzione del 15% equivarrebbe a 45 miliardi di metri cubi di gas, ma se il target è lo stesso per tutti i paesi dell’UE, il “come” può essere deciso liberamente. L’obiettivo della proposta è superare in sicurezza l’inverno in caso di completa interruzione del gas russo (oggi, giovedì 21 luglio, intanto, il gasdotto Nord Stream che collega la Russia alla Germania è stato riavviato da Gazprom dopo dieci giorni di lavori di manutenzione).

La Commissione ha inserito anche una serie di raccomandazioni rivolte a famiglie e imprese al fine del risparmio energetico. Certo è che il contesto internazionale, con la guerra in Ucraina ancora in corso, accresce le preoccupazioni in vista dell’inverno. Sono anche queste le preoccupazioni dell’Agenzia internazionale per l’energia (Iea) che ha diffuso l’Electricity Market Report e che, tramite il direttore per i mercati energetici e la sicurezza dell’organismo, Keisuke Sadamori, ritiene che «il mondo è nel mezzo della prima vera crisi energetica globale, innescata dall’invasione russa dell’Ucraina». 

Stando al report dell’Iea, nel 2022 risulta essere in rallentamento la crescita della domanda mondiale di elettricità (2,4%) se confrontata con la robusta ripresa dell’anno scorso (6%), a fronte di una crescita economica più bassa e i prezzi dell’energia in aumento. Di contro si dovrebbe osservare la crescita della produzione globale di energia rinnovabile, un rialzo di oltre il 10% nel 2022, in sostituzione così di una parte della produzione di combustibili fossili. Anche a fronte della diminuzione pari al 3% del nucleare, la produzione a basse emissioni di carbonio aumenterà complessivamente del 7%, portando a un calo dell’1% nella produzione totale di combustibili fossili. In Europa le emissioni potrebbero salire del 3% quest’anno per poi registrare una contrazione dell’8% nel 2023, sostenuta dalla crescita delle rinnovabili. «I governi devono ricorrere a misure di emergenza per affrontare le sfide immediate, ma devono anche concentrarsi sull’accelerazione degli investimenti nelle transizioni di energia pulita come risposta più efficace e duratura alla crisi attuale», è l’avvertimento in questo senso di Sadamori.

Infine, per quanto riguarda i prezzi, l’Iea osserva che nella prima parte dell’anno in corso il prezzo medio del gas naturale in Europa sia stato quattro volte più alto rispetto a quello dello stesso periodo del 2021. L’indice dei prezzi dell’Agenzia internazionale per l’energia per i principali mercati all’ingrosso di elettricità a livello mondiale ha raggiunto livelli doppi in confronto alla media del primo semestre del periodo 2016-2021. Uno degli effetti di tali scenari è il maggiore ricorso al carbone osservato soprattutto nei paesi europei che stanno tentando di ridurre (se non proprio azzerare) la dipendenza dal gas russo.

 

1 Commento per “Verso la prima crisi globale dell’energia?”

  1. […] legati all’attuale crisi energetica (per cui soltanto pochi giorni fa la Commissione di Bruxelles ha presentato un piano straordinario). Un Eurobarometro di giugno ha messo in luce come gli europei considerino […]

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