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Midterm 2022. Come sta l’economia americana

Pil in ripresa e segnali incoraggianti dal mercato del lavoro. Ma l’inflazione resta la maggiore preoccupazione degli elettori statunitensi

di Fabio Germani

Nonostante i sondaggi non siano dalla sua parte, il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, starebbe lavorando sottotraccia con il suo staff per lanciare la campagna presidenziale per un secondo mandato. L’indiscrezione del Washington Post non è del tutto nuova, della possibilità si parla da un po’ anche se Biden non ha, fin qui, sciolto davvero la riserva. Tuttavia potrebbe in futuro presentarsi all’elettorato americano a fronte di un Congresso a lui ostile e anche questa, a ben vedere, non sarebbe una novità per la politica statunitense. Stando alle più recenti rilevazioni, a quanto sembra ora anche il Senato è in bilico. Dunque, tra una settimana, quando si sarà votato per le midterm, Biden potrebbe aver perso la maggioranza al Congresso. Ma di sondaggi parleremo nei prossimi giorni, stavolta ci concentreremo su ciò che di più affligge gli americani in questo momento: l’economia.

Photo by Aditya Vyas on Unsplash

Tanto per cominciare, l’economia americana ha fatto osservare segnali di ripresa nelle ultime settimane. Il Pil Usa, dopo aver registrato una contrazione nei primi sei mesi dell’anno (-0,6% nel secondo trimestre e -1,6% nel periodo precedente), a luglio-settembre è cresciuto del 2,6%, sopra le attese degli analisti che attendevano un aumento del 2,4%, secondo il Bureau of Economic Analysis. Per quanto riguarda il mercato del lavoro, a settembre l’occupazione totale del personale non agricolo è aumentata di 263 mila unità, mentre il tasso di disoccupazione è sceso al 3,5%, riferisce il Bureau of Labor Statistics. Il numero di disoccupati è sceso a 5,8 milioni, mentre quello dei disoccupati di lungo periodo (coloro che sono senza lavoro da 27 settimane o più) è variato leggermente a 1,1 milioni. I disoccupati di lungo periodo rappresentano il 18,5% di tutti i disoccupati. I tassi di disoccupazione, nel mese di riferimento, risultano inferiori in 11 Stati e nel District of Columbia, più alti in nove e stabili in 30.

Più complesso è il discorso legato al tasso di partecipazione alla forza lavoro. Da tempo l’America sta attraversando una fase almeno in apparenza paradossale: alla diminuzione del tasso di disoccupazione non corrisponde una massiccia partecipazione. Il primo indicatore “misura” quanti sono alla ricerca attiva di un impiego, pur non trovandolo. Il secondo – che è il rapporto tra la forza lavoro (occupati e disoccupati in cerca di impiego) e la popolazione – ha evidenziato nel tempo una discesa che va avanti dal 2010 e che a un certo punto ha raggiunto i minimi da oltre 40 anni, poi aggravato dalla pandemia. A settembre il tasso di partecipazione alla forza lavoro è rimasto stabile al 62,3%, 1,1 punti percentuali in meno rispetto al periodo pre-pandemico. 

Eppure qualche segnale incoraggiante si vede. Allora cos’è che preoccupa maggiormente i cittadini statunitensi? L’inflazione. L’indice dei prezzi al consumo – rileva sempre il Bureau of Labor Statistics – è aumentato dello 0,4% a settembre (dopo il +0,1% di agosto) e negli ultimi 12 mesi l’indice è cresciuto dell’8,2%, in leggera flessione rispetto all’8,3% del mese precedente. Complessivamente, l’82% degli americani, secondo un sondaggio  della Monmouth University di inizio ottobre, ritiene l’inflazione una questione estremamente o molto importante. Da allora le percentuali sono cambiate poco o nulla e accomunano diversi sondaggi, quale che sia la provenienza. Se è vero che gli elettori repubblicani sono più propensi dei democratici a indicare l’inflazione come priorità in vista delle midterm, è vero altrettanto che il sentimento appare diffuso e trasversale. Così come i giudizi, poco lusinghieri, sulla gestione del tema da parte dell’amministrazione Biden.

@fabiogermani

SPECIALE MIDTERM 2022

Stati Uniti: guida alle elezioni di metà mandato

 

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