Lavoro e vita quotidiana, quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale? | T-Mag | il magazine di Tecnè

Lavoro e vita quotidiana, quale sarà l’impatto dell’intelligenza artificiale?

Tra i lavoratori non mancano le preoccupazioni, ma in molti si aspettano cambiamenti significativi in diversi ambiti di vita

di Redazione

Molte forme di lavoro cancellate, le persone – alle quali verranno sottratte competenze e responsabilità – più dipendenti dalle macchine: non è la trama di un romanzo dispotico, ma lo scenario che più temono gli italiani in materia di intelligenza artificiale secondo un recente sondaggio Swg. Il mercato del lavoro sta attraversando nel nostro paese una fase di recupero rispetto alle perdite subite durante la crisi pandemica, ma le innovazioni previste nei processi produttivi – e in questa direzione un ruolo fondamentale è proprio quello ricoperto dalle nuove tecnologie, con un impatto che per larghi tratti è già evidente – rende il quadro ora più incerto.  

Photo by Steve Johnson on Unsplash

Il 94% delle imprese nel nostro paese – emerge dalla Trustworthy AI Survey di Deloitte, realizzata in collaborazione con ABI Lab e SIpEIA – ritiene che l’AI sarà fondamentale per restare competitive nei prossimi cinque anni. Il 40% delle aziende ha già soluzioni AI in fase di produzione, mentre per il 23% le soluzioni sono in fase di sperimentazione. Il 34% del campione, inoltre, utilizza l’intelligenza artificiale per ridurre i costi, il 33% per ottimizzare i processi decisionali, il 27% per migliorare i prodotti e servizi esistenti. Il settore dei servizi finanziari, afferma lo studio, è quello più maturo in termini di utilizzo dell’AI. 

Parlare di intelligenza artificiale, ad ogni modo, significa provare a immaginare un modello di applicazione che riguarderà molte sfaccettature nella quotidianità delle persone. Già lo scorso anno, in occasione del World Economic Forum, un sondaggio Ipsos condotto a livello internazionale (la rilevazione comprendeva 28 paesi su un campione di 19.504 adulti sotto i 75 anni) metteva in evidenza una convinzione diffusa riguardo la possibilità che questa tecnologia cambierà in profondità le abitudini negli ambiti dell’istruzione (35%), della sicurezza (33%), del lavoro (32%), dello shopping (31%) e dei trasporti (30%). Ma sulla possibilità che l’AI possa generare benefici su reddito, occupazione e relazioni personali, l’opinione si divideva, con il 47% degli intervistati che al riguardo esprimevano ottimismo. 

Il contesto di applicazione di una tecnologia è un punto fondamentale. Ipotizziamo, ad esempio, l’eventualità che sia un algoritmo a stabilire se una persona è idonea per una data mansione, o se al contrario decida per un licenziamento. Questi aspetti sono stati indagati dal Pew Research Center, secondo cui gli intervistati americani sarebbero diffidenti e anche un po’ preoccupati. Ad esempio la maggior parte degli intervistati si oppone all’uso dell’intelligenza artificiale nel prendere decisioni finali di assunzione nei posti di lavoro, così come all’uso di un’analisi generata dall’AI per decidere, appunto, un licenziamento. Lo stesso discorso vale per le possibilità di promozione e in generale per qualsiasi tipo di indagine che tenga traccia dei comportamenti dei lavoratori. 

Certo, ci sono anche aspetti contraddittori nelle risposte degli intervistati dal Pew Research Center che tengono conto delle specificità sociali e demografiche degli Stati Uniti, ma nel complesso il 62% pensa che l’uso dell’intelligenza artificiale sul posto di lavoro avrà un impatto importante nei prossimi 20 anni in generale. Dall’altra parte, però, solo il 28% ritiene che l’uso dell’AI avrà conseguenze importanti sul piano personale, mentre circa la metà ritiene che non ci sarà alcun impatto o che sarà minore. Alla domanda sugli effetti benefici o dannosi dell’intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro nei prossimi 20 anni, una percentuale più alta ritiene che saranno di più i risvolti negativi. Ma il 56% crede che nell’arco temporale  di riferimento l’impatto di questa tecnologia sull’economia statunitense nel complesso sarà maggiore.

Il punto su cui concordano (da sempre) tutti gli studi in ambito di intelligenza artificiale e automazione dei processi produttivi riguarda le principali sfide del futuro per non disperdere capitale umano, circostanze che dovranno includere lo sviluppo di competenze e l’attrazione di personale qualificato

 

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