Approvata la (Super) TARI: 340 euro per tutti gli italiani | Ora anche la monnezza diventa un lusso

Approvata la (Super) TARI: 340 euro per tutti gli italiani | Ora anche la monnezza diventa un lusso

Immondizia @pexels, tmag

Nel 2025 la TARI ha toccato una spesa media di 340 euro a famiglia, con aumenti del 3,3%: la tassa sui rifiuti diventa una “Super TARI” che in molte case pesa più della bolletta della luce.

Il nuovo rapporto 2025 dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva certifica l’ennesimo rincaro: la TARI rifiuti passa da 329 a 340 euro l’anno per una famiglia tipo (3 persone in 100 metri quadrati), con una crescita dell’11 euro pari al 3,3%, superiore all’inflazione stimata. Dietro quella cifra media, però, si nasconde un’Italia spaccata: ci sono città dove la tassa resta sotto i 200 euro e altre in cui sfonda quota 600, trasformando la “monnezza” in una voce di bilancio pesantissima.

In alcune aree del Paese il conto per i rifiuti urbani arriva a superare la spesa annua per l’energia elettrica di una famiglia moderatamente parsimoniosa. Al Sud, dove il servizio è spesso meno efficiente e gli impianti scarseggiano, i Comuni si ritrovano a pagare trasporti e conferimenti più cari e scaricano i costi sulle bollette TARI. Risultato: la tassa rifiuti 2025 diventa un lusso forzato, soprattutto per chi già fatica a chiudere i conti a fine mese.

Che cos’è davvero la “Super TARI” da 340 euro

Dietro lo slogan resta una regola semplice: la TARI non è una multa, ma il corrispettivo per il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti urbani. Copre i costi del personale, dei mezzi, delle discariche, dei centri di trattamento, della raccolta differenziata. Più il sistema è costoso o inefficiente, più la bolletta lievita. La media di 340 euro nel 2025 fotografa proprio questo: una spesa che continua a salire pur a fronte di una differenziata che, almeno sulla carta, migliora.

Nel calcolo incidono le scelte locali: quanto si ricicla, quanti impianti moderni ci sono sul territorio, quanta parte dei rifiuti va ancora in discarica o deve essere spedita altrove. In molte città il salto di costo è legato anche a una nuova componente destinata a finanziare il bonus sociale rifiuti, lo sconto pensato per le famiglie più fragili. Un paradosso solo apparente: chi paga la TARI “piena” contribuisce, di fatto, a rendere sostenibile la stessa tassa per chi non ce la fa.

Immondizia @pexels, tmag

Sud stangato, Nord “leggero”: dove la monnezza costa più della luce

Il rapporto di Cittadinanzattiva evidenzia un divario netto: al Sud il costo medio della TARI è superiore del 33% rispetto al Nord, con punte record nei grandi centri in difficoltà cronica sul fronte rifiuti. In città come Catania si arriva a pagare oltre 600 euro l’anno per la stessa famiglia tipo, contro i 160-170 euro di capoluoghi virtuosi come Cremona: una forbice di oltre 400 euro per lo stesso servizio.

Anche i dati regionali confermano la “stangata” meridionale: in Campania la spesa media sfiora i 418 euro, tra le più alte d’Italia, subito dietro altre regioni del Mezzogiorno dove i problemi di impiantistica, evasione tariffaria e dispersione dei rifiuti si traducono in conti più salati per chi paga regolarmente. In questo quadro, la “Super TARI” da 340 euro di media è solo un numero di riferimento: per molte famiglie del Sud la realtà è ben più pesante, e la spazzatura finisce per costare quasi quanto un’utenza domestica essenziale, trasformando un servizio di base in un lusso che nessuno può permettersi di non pagare.