Altro che black friday: stanno abbattendo il prezzo del gas | Tiriamo finalmente un sospiro di sollievo

Altro che black friday: stanno abbattendo il prezzo del gas | Tiriamo finalmente un sospiro di sollievo

Gas @pexels, tmag

Il vero Black Friday, per una volta, non è nei centri commerciali ma sui mercati energetici: il prezzo del gas europeo è sceso sotto i 28 €/MWh e le famiglie possono tirare un primo, timido sospiro di sollievo.

Mentre sull’Europa è arrivato un inverno precoce e freddo, il gas naturale fa esattamente il contrario di ciò che molti temevano: invece di impennarsi, continua a scendere. Il riferimento olandese TTF è scivolato sotto la soglia dei 28 euro per megawattora, un livello che non si vedeva da mesi, dopo un calo di oltre il 45% da gennaio e di più del 90% rispetto ai picchi folli del 2022, quando la crisi energetica sembrava senza via d’uscita.

Il paradosso è evidente: fa freddo, i consumi salgono e gli stoccaggi europei non sono neppure ai massimi storici – intorno al 75%, circa dieci punti sotto la media quinquennale, con la Germania ferma al 67% – eppure il prezzo scende. La chiave sta tutta nei flussi globali: l’Europa è diventata la destinazione privilegiata del GNL americano, mentre la domanda asiatica resta più debole del previsto. Risultato: il gas europeo viaggia oggi su valori intorno ai 10 dollari per MMBtu, circa il doppio del prezzo statunitense ma lontanissimo dall’abisso del 2022.

Il gas americano inonda l’Europa e ribalta i prezzi

Il motore del crollo sta dall’altra parte dell’Atlantico. Gli Stati Uniti hanno spinto al massimo le esportazioni di gas naturale liquefatto (GNL) verso il Vecchio Continente, compensando l’addio quasi totale alle forniture russe e ridisegnando la mappa energetica globale. Secondo le stime più recenti, i carichi statunitensi coprono ormai circa il 56% delle importazioni di GNL dell’Europa, trasformando il gas americano in una vera “valvola di sicurezza” per i nostri stoccaggi.

Questo fiume di GNL ha schiacciato il differenziale tra il TTF europeo e il prezzo di riferimento statunitense Henry Hub. Lo spread, che all’inizio del 2025 viaggiava attorno ai 12 dollari per MMBtu, è sceso a circa 4,8 dollari, il livello più basso dal 2021. Basti pensare che, nel pieno della crisi del 2022, il TTF era schizzato fino a 350 €/MWh (circa 100 dollari/MWh), mentre l’Henry Hub restava vicino ai 10 dollari: quasi 90 dollari di differenza a favore di chi produceva oltre oceano.

Gas @pexels x tmag

Gas scontato oggi, ma il saldi potrebbero non durare per sempre

La domanda, a questo punto, è inevitabile: quanto durerà il gas “ai saldi”? Le proiezioni degli analisti indicano che il riequilibrio potrebbe andare avanti per gran parte del decennio. Il progressivo aumento dell’offerta globale – ancora una volta guidato dagli Stati Uniti – dovrebbe tenere i prezzi sotto controllo, con un TTF stimato intorno ai 29 €/MWh nel 2026 e ai 20 €/MWh nel 2027. In uno scenario di stoccaggi molto pieni, tra 2028 e 2029 il riferimento europeo potrebbe addirittura avvicinarsi ai 12 €/MWh.

Non è però una storia di sconti eterni. Dopo il 2030, l’effetto combinato delle politiche di decarbonizzazione in Asia, soprattutto in Cina, e dei nuovi investimenti infrastrutturali potrebbe riportare tensione sul mercato del GNL, facendo risalire sia l’Henry Hub sia il TTF oltre i livelli attuali. Per ora, però, famiglie e imprese europee possono godersi una fase in cui il gas non è più il grande incubo delle bollette, ma l’unico “prodotto” che, invece di rincarare a Natale, sta tornando lentamente su prezzi quasi normali.