Il Governo lo conferma: questi bonus rimarranno ma ce n’è uno che scompare per sempre | Hai poco tempo per approfittarne ancora
Giorgia Meloni-T-mag.it (Screenshot Rai Play)
La Manovra 2026 conferma i bonus casa più utilizzati, ma elimina definitivamente il super-sconto che permetteva detrazioni elevate e procedure semplificate: chi vuole ristrutturare o migliorare l’efficienza energetica dell’abitazione ha una finestra di tempo limitata per sfruttare le agevolazioni ancora attive.
Secondo quanto anticipato dal Governo, nel 2026 il quadro degli incentivi edilizi cambia profondamente: resta il pacchetto principale di detrazioni per ristrutturazioni ed ecobonus, ma scompare il meccanismo che negli anni scorsi aveva reso gli interventi più accessibili grazie alle percentuali elevate e alle modalità di utilizzo più flessibili. In altre parole, la Manovra conserva gli strumenti strutturali, ma dice addio alle formule “potenziate” che avevano sostenuto migliaia di cantieri privati. Una scelta motivata dalla necessità di contenere i costi pubblici e riportare il sistema a parametri considerati più sostenibili, con il rischio però di ridurre la convenienza economica per molte famiglie.
Il testo conferma comunque che i bonus ordinari resteranno disponibili per tutto il 2026, seppur con requisiti più rigorosi e con un controllo più attento della spesa. A partire dall’inizio dell’anno, infatti, chi intende avviare interventi potrà farlo solo con le aliquote e i meccanismi tradizionali, senza aspettarsi nuove proroghe delle agevolazioni potenziate. Per questo, gli esperti del settore edilizio e immobiliare invitano a muoversi rapidamente, ricordando che la pianificazione anticipata diventerà decisiva per non perdere le ultime forme di sostegno più favorevoli.
Cosa resta davvero nel 2026: il quadro dei bonus che continuano a funzionare
Nel dettaglio, la Manovra mantiene in vigore il bonus ristrutturazioni, che consente una detrazione pluriennale per interventi edilizi ordinari e straordinari su abitazioni e parti comuni condominiali. Sopravvive anche l’ecobonus, dedicato ai miglioramenti dell’efficienza energetica: sostituzione di infissi, caldaie, impianti più performanti, e opere di isolamento. Questi strumenti rappresentano il nucleo stabile della politica di incentivazione, ma vanno applicati rispettando criteri tecnici più severi e con un tetto di spesa più controllato. Ciò significa che ogni intervento dovrà essere giustificato e certificato con maggiore precisione, evitando i margini interpretativi che in passato avevano generato contenziosi e irregolarità.
Un altro elemento rilevante è la riduzione delle possibilità di compensazione immediata, che negli anni passati avevano reso i bonus particolarmente attrattivi per famiglie e imprese. Il ritorno al modello tradizionale comporta un recupero lento della detrazione, distribuito su più anni e subordinato alla capienza fiscale del contribuente. In pratica, chi effettua interventi potrà recuperare l’investimento solo nel lungo termine. Questo cambiamento, pur atteso, spinge molti proprietari a prendere decisioni rapide, nella consapevolezza che l’assenza di sconti immediati alza la soglia di accesso agli interventi più costosi e riduce la platea di chi può permetterseli.

Cosa invece sparisce e perché c’è poco tempo per approfittarne
La grande assente del 2026 è la formula del super-sconto, ossia il meccanismo che permetteva di ottenere agevolazioni potenziate e di usufruirne con maggiore flessibilità. La sua eliminazione è stata giustificata dal peso crescente sui conti pubblici e dagli effetti distorsivi registrati sul mercato edilizio, tra aumento dei prezzi e difficoltà di controllo delle pratiche. Senza questo strumento, gli interventi più rilevanti — come la riqualificazione profonda degli edifici — rischiano di diminuire, soprattutto nelle zone dove il valore degli immobili non giustifica investimenti così elevati. Gli analisti del settore ritengono che l’assenza di un meccanismo agevolato potrebbe rallentare il ritmo delle ristrutturazioni proprio nel momento in cui servirebbe accelerare la modernizzazione del patrimonio edilizio.
Proprio per questo, il tempo a disposizione diventa un fattore determinante. Chi ha già avviato le pratiche potrà concluderle alle condizioni precedenti, ma solo se procederà senza ritardi, rispettando le scadenze previste. Per chi invece sta valutando un intervento, il 2026 rappresenta una fase di transizione: è ancora possibile ottenere benefici significativi, ma occorre farlo prima che il quadro normativo si irrigidisca ulteriormente. Gli esperti avvertono che ogni mese perso equivale a un rischio maggiore di vedere ridotta la convenienza economica, soprattutto per chi pensa a interventi complessi o a lavori che richiedono permessi e tempistiche lunghe.
