Rimborso 730, dimentica il dono sotto l’albero: l’Agenzia delle Entrate se la prende comoda | Ad alcuni arriva a Pasqua
Agenzia delle Entrate @tmag
Chi sogna il rimborso 730 come “regalo di Natale” rischia di restare a mani vuote: per molti contribuenti l’Agenzia delle Entrate paga solo tra gennaio e marzo, quando va bene.
Per milioni di italiani il rimborso del 730 è diventato una sorta di tredicesima-bis: c’è chi lo mette mentalmente sotto l’albero, chi lo considera il budget per i saldi o per coprire le bollette di inizio anno. Ma il calendario reale dei pagamenti è molto meno romantico dell’immaginario collettivo, soprattutto per chi non ha un datore di lavoro o un ente pensionistico che faccia da sostituto d’imposta.
Le ultime indicazioni diffuse sull’Irpef 2025 spiegano che i tempi dipendono da una combinazione micidiale di fattori: data di invio del 730, presenza o meno del sostituto, importo del credito e, nei casi più sfortunati, controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate. Risultato: qualcuno vede i soldi già in estate, altri devono aspettare dicembre, altri ancora si ritrovano il bonifico quando le uova di Pasqua sono già sugli scaffali.
Chi vede i soldi prima e chi li aspetta fino a primavera
Per i lavoratori dipendenti e i pensionati con sostituto d’imposta lo schema resta quello “classico”: se il 730 viene inviato entro fine maggio, il rimborso arriva di solito tra luglio e agosto direttamente in busta paga o sul cedolino della pensione. Chi trasmette la dichiarazione tra giugno e settembre scivola invece verso l’autunno: settembre, ottobre, novembre e, per gli ultimi, addirittura dicembre. In pratica, chi si muove tardi ha già perso in partenza l’effetto-regalo di Natale.
Il capitolo davvero delicato riguarda però chi non ha un sostituto d’imposta (autonomi senza partita Iva, disoccupati, chi sceglie il rimborso diretto dall’Agenzia). Qui Sky TG24 ricorda che, in assenza di controlli, per crediti sotto i 4.000 euro l’accredito parte da dicembre 2025. Ma se il credito supera i 4.000 euro il Fisco può attivare un controllo preventivo: in questo caso il pagamento può slittare fino a marzo 2026. Tradotto: per molti, più che un dono sotto l’albero, il rimborso sarà un uovo di Pasqua sul conto corrente.

Come non farsi trovare impreparati tra ritardi, Iban sbagliati e controlli
Chi si aspetta soldi dall’Agenzia delle Entrate deve fare i conti anche con un altro dettaglio: il Fisco ha fino a sei mesi di tempo dalla presentazione del 730 per erogare il rimborso a chi non ha sostituto, termine che si allunga se scattano i controlli sui crediti più pesanti. È quindi normale che l’accredito arrivi tra l’inverno e la primavera, e non entro Capodanno, soprattutto se la dichiarazione è stata inviata a ridosso della scadenza di fine settembre.
Per evitare ulteriori intoppi conviene almeno non regalare altri mesi di attesa all’amministrazione: inserire e verificare l’Iban corretto nell’area riservata dell’Agenzia, controllare il proprio cassetto fiscale se il rimborso tarda, segnalare al Caf o al professionista eventuali anomalie. Se a Pasqua il bonifico non si è ancora visto, il “se la prendono comoda” smette di essere una battuta e diventa il momento giusto per chiedere spiegazioni. Nel frattempo meglio fare i conti con la realtà: il rimborso 730 versione 2025, per molti, non sarà il classico regalo sotto l’albero, ma un salvagente fiscale a stagione invernale ormai inoltrata.
