Regalare il “cesto di Natale” è da cafoni? | Cosa dice il Galateo su questo storico presente natalizio
Cesto di Natale @tmag
Il cesto di Natale divide da anni: c’è chi lo considera un gesto elegante e chi lo bolla come “regalo da cafoni”. Ma il Galateo, in realtà, la pensa in modo molto più sfumato.
Il cesto di Natale è uno dei simboli più riconoscibili delle feste italiane: panettone, spumante, salumi, torroni, conserve, tutto racchiuso in una confezione che promette abbondanza e convivialità. Per molti è il regalo classico dell’azienda ai dipendenti, del professionista ai clienti, del parente “grande” al resto della famiglia. Eppure, proprio perché inflazionato, spesso viene giudicato come poco originale, freddo, quasi impersonale.
Ma davvero regalare un cesto è segno di cattivo gusto? Oppure la cafonaggine scatta solo in alcuni casi, quando si esagera con dimensioni, marchi esibiti e ostentazione? Il Galateo moderno non condanna affatto questo dono, a patto che sia pensato, proporzionato e coerente con il rapporto che si ha con chi lo riceve.
Quando il cesto di Natale è un gesto elegante (e quando no)
Per le buone maniere, il punto non è il cesto in sé, ma l’intenzione con cui viene scelto. Un cesto natalizio curato, con prodotti di qualità, magari legati al territorio o alle abitudini di chi lo riceve, è considerato un dono più che corretto: pratico, condivisibile, adatto a famiglie e uffici. È elegante soprattutto se non è usato per “fare scena”, ma per offrire qualcosa che verrà davvero consumato durante le feste.
Diventa invece “da cafoni” quando è palesemente sproporzionato, sfacciatamente brandizzato o studiato solo per esibire il proprio status: cesti enormi, pieni di prodotti scelti in base al prezzo e non alla qualità, magari consegnati con grande teatralità, trasformano un gesto di cortesia in una forma di esibizionismo. Il Galateo invita a evitare il “troppo e a caso”: meglio un cesto più piccolo, selezionato con attenzione, che una montagna di cose destinate a restare in dispensa.

Come scegliere (e consegnare) il cesto senza sbagliare etichetta
Se decidi di regalare un cesto, le regole non scritte sono poche ma chiare. Prima di tutto, pensa a chi lo riceve: una famiglia con bambini apprezzerà dolci, succhi e prodotti semplici; un cliente o un collega potrebbe gradire vini, specialità locali o eccellenze gastronomiche, evitando però scelte troppo intime o eccentriche. Un biglietto personale con una frase scritta a mano rende il regalo meno anonimo e più rispettoso.
Attenzione anche al momento della consegna: niente scenate plateali davanti a chi non riceve nulla, niente gare a chi porta il cesto più grosso. Se il dono è aziendale, è buona norma che il cesto sia pensato per essere condiviso in ufficio o portato a casa a turno, secondo accordi chiari. In famiglia, portare un cesto a chi ospita il pranzo o la cena di Natale è assolutamente corretto, a patto di non voler “coprire” o giudicare ciò che è già stato preparato. In conclusione, il cesto di Natale resta un regalo più che legittimo: quello che lo rende elegante o cafone non è la cesta, ma il modo in cui la si riempie, la si offre e la si condivide.
