Libretto postale, chi ha ancora questo qui in soffitta diventa ricco in un minuto: spera solo di non averlo buttato
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C’è un tipo di libretto postale che oggi può valere una fortuna e che molti potrebbero avere ancora in soffitta, in un vecchio cassetto o tra le carte dei nonni: un oggetto all’apparenza banale che, però, può trasformarsi in un tesoro inaspettato.
Negli ultimi anni l’interesse per i vecchi libretti postali è tornato a crescere, complice la riscoperta dei valori dormienti e delle somme non riscosse che, per varie ragioni, non sono mai state ritirate dai legittimi titolari. Molte famiglie conservano ancora libretti risalenti agli anni ’60, ’70 o ’80, spesso dimenticati dopo un trasloco o rimasti tra gli effetti personali dei parenti defunti. Quello che in pochi sanno è che alcuni di questi libretti contengono depositi rivalutati che, sommati agli interessi maturati nel tempo, possono raggiungere cifre sorprendenti.
L’aspetto più affascinante riguarda proprio i libretti più datati: all’epoca, i tassi di interesse erano molto più alti rispetto a quelli attuali. In particolare, alcune tipologie di libretti prevedevano una remunerazione stabile e garantita, che nel corso di decenni ha prodotto un accumulo notevole. Per questo motivo tanti esperti invitano a verificare con attenzione ciò che si custodisce in casa: un libretto apparentemente insignificante potrebbe nascondere somme che oggi valgono molto più di quanto si possa immaginare.
Il valore dei vecchi libretti postali non dipende solo dal denaro depositato all’epoca, ma anche dal tipo di prodotto e dalle condizioni contrattuali previste al momento dell’apertura. Alcuni libretti, specialmente quelli a risparmio nominativo o i libretti al portatore antecedenti alle normative più recenti, possono contenere importi rivalutati in modo significativo. In questi casi, l’effetto degli interessi composti nel lungo periodo diventa evidente: anche somme relativamente modeste, lasciate crescere per decenni, possono moltiplicarsi.
Tra i libretti più interessanti per chi li ritrova oggi ci sono quelli con depositi effettuati negli anni in cui la remunerazione superava facilmente il 5%, e in alcuni casi raggiungeva picchi ancora più alti. All’epoca era normale lasciare i risparmi lì per anni, senza prelievi, con la convinzione che il libretto fosse un porto sicuro. Proprio questa abitudine ha portato molte famiglie a dimenticare l’esistenza di tali strumenti, mantenendo però attivi interessi che, a distanza di decenni, possono trasformare quei vecchi risparmi in una cifra importante.
Attenzione: il rischio estinzione non è una leggenda
Esiste però un elemento che in pochi conoscono e che può fare la differenza tra conservare un tesoro o perderlo per sempre: la prescrizione. Alcuni libretti, infatti, se non movimentati per dieci anni consecutivi, rischiano di essere estinti automaticamente. Questo significa che i depositi vengono trasferiti al cosiddetto Fondo Rapporti Dormienti, un contenitore utilizzato per gestire le somme relative a rapporti abbandonati o dimenticati. Ciò non significa necessariamente che il denaro sia perso per sempre, ma recuperarlo diventa molto più complesso e richiede procedure formali specifiche.
Per questo motivo, chi ritrova un vecchio libretto postale deve agire tempestivamente. È fondamentale recarsi all’ufficio postale e chiedere una verifica ufficiale, mostrando il documento. In base alla storia del libretto e al tipo di prodotto, l’operatore potrà comunicare se il rapporto è ancora attivo, se è stato estinto oppure se è stato trasferito al Fondo. La buona notizia è che, se la prescrizione non è ancora scattata, il titolare o gli eredi possono recuperare integralmente la somma maturata, interessi composti inclusi.

Come capire se il libretto dimenticato vale davvero tanto
I libretti che oggi possono valere cifre più elevate sono quelli che presentano tre caratteristiche precise: depositi risalenti, tassi di interesse originariamente alti e assenza di movimenti per lunghi periodi, che ha permesso agli interessi di accumularsi. In alcuni casi, libretti aperti con poche decine di migliaia di lire possono oggi valere centinaia o addirittura migliaia di euro. A determinare il valore finale concorrono anche eventuali versamenti ripetuti, la tipologia del libretto (nominativo, al portatore, ordinario o speciale) e l’epoca in cui è stato attivato. Gli esperti consigliano di conservare con cura ogni documento trovato e, in caso di libretto cointestato o appartenuto a un familiare defunto, verificare la possibilità di riscossione tramite la procedura di successione.
L’errore da non commettere è considerare il vecchio libretto un semplice ricordo. I casi di persone che hanno scoperto somme inattese sono numerosi, e spesso gli importi finali stupiscono anche gli operatori postali. La regola è semplice: un controllo non costa nulla, ma può cambiare la giornata – o addirittura la vita – di chi ritrova uno di questi libretti “d’epoca”. Chi teme di aver buttato tutto troppo presto può provare comunque a verificare, perché in alcuni casi le Poste conservano traccia dei rapporti anche in assenza del documento cartaceo. Ma per chi ha ancora quel vecchio libretto in una scatola polverosa, il consiglio è uno: non perdere tempo, perché ciò che oggi sembra un oggetto senza valore potrebbe rivelarsi un patrimonio nascosto.
