Nel 2025 gli italiani hanno bevuto molto meno vino rispetto al solito: la motivazione è assurda | Salvini non c’entra niente
Il report “Cantina Italia” rivela un +8,6% di vino in giacenza rispetto all’anno scorso. Dazi e crisi internazionali mettono in affanno il settore vinicolo italiano. Un futuro incerto attende le cantine.
Le cantine italiane, infatti, stanno vivendo un momento di grande difficoltà, con un volume di vino stoccato che supera significativamente quello degli anni precedenti. Questa situazione, monitorata attentamente dall’ICQRF attraverso i registri telematici del vino, dipinge un quadro di eccesso di offerta a fronte di una domanda che stenta a decollare, mettendo sotto pressione l’intera filiera produttiva ed economica del vino italiano.
I numeri della crisi: ettolitri in eccesso
I numeri della crisi: ettolitri di vino in surplus.
La fotografia scattata da “Cantina Italia” è inequivocabile. A vendemmia conclusa, le cantine italiane registrano la presenza di ben 53,3 milioni di ettolitri di vino in giacenza. Questo volume rappresenta un incremento del 19,7% rispetto al 31 ottobre 2025, pari a un aumento di 8.782.457 ettolitri in un solo mese. Ancora più significativa è la crescita dell’8,6% rispetto al 30 novembre 2024, con 4.221.260 ettolitri in più rispetto all’anno precedente. Questi numeri sottolineano una tendenza preoccupante di accumulo di scorte.
Oltre al vino, la situazione coinvolge anche altre categorie: negli stabilimenti enologici italiani sono presenti 9,7 milioni di ettolitri di mosti e 9,5 milioni di ettolitri di vino nuovo ancora in fermentazione (VNAIF). Sebbene i VNAIF non mostrino differenze sostanziali rispetto all’anno scorso, le giacenze di mosti sono superiori del 12,5%, evidenziando una difficoltà diffusa nell’assorbimento delle materie prime. Questo surplus generalizzato alimenta l’incertezza sul futuro del mercato, con ripercussioni potenziali sui prezzi e sulla sostenibilità economica delle aziende vitivinicole.
Geografia e qualità del surplus: un allarme per il futuro
Geografia e qualità del surplus: l’allarme che delinea il nostro futuro.
L’analisi territoriale del report “Cantina Italia” rivela una forte concentrazione delle giacenze nel Nord Italia, che detiene il 60,7% del vino stoccato. Il Veneto si conferma la regione in posizione dominante, riflettendo la sua leadership nella produzione vinicola nazionale. Questa polarizzazione geografica potrebbe accentuare gli squilibri tra le diverse aree produttive, rendendo più complessa la gestione delle eccedenze a livello nazionale.
Dal punto di vista qualitativo, oltre la metà del vino in giacenza (54,6%) è a Denominazione di Origine Protetta (DOP), mentre il 26,5% rientra nella categoria delle Indicazioni Geografiche Protette (IGP). I vini varietali rappresentano appena l’1,7%, mentre il 17,3% è classificato come ‘altri vini’. Questo dato è particolarmente critico: mostra come anche le produzioni a maggiore valore aggiunto non siano immuni dalle attuali difficoltà di mercato. Infine, la forte concentrazione delle giacenze IGP, con 20 denominazioni su 526 che raccolgono il 58,4% del totale, evidenzia una polarizzazione che rischia di esacerbare le sfide per le denominazioni minori in un periodo di domanda debole, compromettendo la diversità e la ricchezza del patrimonio vinicolo italiano.
