PAGA O VATTENE | Roma ha deciso: tornelli alla Fontana di Trevi, il costo del biglietto è eccessivo

Roma valuta un biglietto di 2 euro per i turisti alla Fontana di Trevi dal 2026. Una mossa per gestire l’overtourism e finanziare la conservazione. Tutti i dettagli di un cambiamento storico.

PAGA O VATTENE | Roma ha deciso: tornelli alla Fontana di Trevi, il costo del biglietto è eccessivo
Roma valuta un biglietto di 2 euro per i turisti alla Fontana di Trevi dal 2026. Una mossa per gestire l’overtourism e finanziare la conservazione. Tutti i dettagli di un cambiamento storico.

La Capitale si trova di fronte a una decisione che potrebbe segnare una svolta epocale: rendere a pagamento l’accesso a uno dei suoi monumenti più emblematici, la Fontana di Trevi. L’ipotesi, lanciata e poi ridimensionata a semplice “ipotesi di lavoro” dal Campidoglio, prevede l’introduzione di un biglietto simbolico di 2 euro, destinato esclusivamente ai turisti, con decorrenza dal 7 gennaio 2026. Questa misura mira a trovare un delicato equilibrio tra la fruizione e la necessaria conservazione del vasto patrimonio storico-artistico romano, specialmente in un’epoca in cui il sovraffollamento turistico mette a dura prova le infrastrutture e la qualità della vita dei residenti nelle città d’arte.

La Fontana di Trevi, capolavoro tardo-barocco di Nicola Salvi, attira milioni di visitatori ogni anno, diventando un simbolo universale di Roma. La discussione su un possibile accesso a pagamento riflette una crescente preoccupazione per il degrado causato dall’eccessivo afflusso di persone e la ricerca di nuove fonti di finanziamento per la tutela e la valorizzazione. Questa proposta, sebbene controversa, si inserisce in un dibattito più ampio sulla gestione del turismo di massa e sulla sostenibilità delle mete più ambite a livello globale.

I numeri dell’emergenza e il modello proposto

I dati recenti evidenziano chiaramente la portata del problema: solo nei primi sei mesi del 2025, la Fontana di Trevi ha registrato oltre 5,3 milioni di visitatori. Questo numero ha già superato il totale degli ingressi del Pantheon nell’intero 2024, proiettando una stima di quasi 11 milioni di presenze annuali se il trend dovesse continuare. Tali cifre, oltre a trasformare un luogo d’arte in un crocevia incessante di folle, sollevano interrogativi seri sulla sua capacità di accoglienza e sulla qualità dell’esperienza offerta sia ai turisti che ai residenti.

Già da circa un anno è stato implementato un sistema di contingentamento, limitando l’accesso a un massimo di 400 persone alla volta, con steward incaricati di regolare i flussi. Tuttavia, questa soluzione, pur avendo dimostrato una certa efficacia, appare ormai insufficiente per gestire un volume di visitatori così elevato. L’amministrazione comunale, guidata dall’assessore al Turismo Alessandro Onorato, riconosce la necessità di un approccio più strutturato, in grado non solo di moderare le presenze ma anche di generare risorse economiche indispensabili.

Il progetto prevede l’istituzione di due distinte corsie d’accesso: una gratuita, riservata esclusivamente ai residenti di Roma, e un’altra a pagamento, dedicata ai turisti, che avranno la possibilità di acquistare il biglietto anche tramite carta di credito. L’obiettivo dichiarato dal Comune non è quello di erigere barriere economiche insormontabili, ma piuttosto di regolarizzare i flussi, prevenire il degrado dovuto al sovraffollamento attraverso un sistema di numero chiuso e, al contempo, finanziare attivamente la tutela e la manutenzione del monumento. Le prime stime suggeriscono un potenziale incasso fino a 20 milioni di euro l’anno, una somma che, se interamente reinvestita nel patrimonio culturale, potrebbe fare una notevole differenza.

Destinazione dei fondi e implicazioni sociali

Destinazione dei fondi e implicazioni sociali

L’impatto sociale dei fondi: come le scelte influenzano la comunità.

 

Il fulcro della proposta risiede nella chiara destinazione dei fondi generati. L’amministrazione ha assicurato che gli introiti derivanti dai biglietti verranno interamente impiegati per migliorare i servizi turistici e per contribuire in modo significativo alla manutenzione del patrimonio. Questo include, ad esempio, il restauro delle numerose fontane storiche di Roma, la riqualificazione degli spazi pubblici circostanti la Fontana di Trevi, e un potenziamento dei trasporti e dei sistemi di sicurezza nelle aree più frequentate dai turisti.

Questa logica è simile a quella della tassa di soggiorno, ma si distingue per un legame più diretto e trasparente tra le risorse generate dal monumento stesso e la sua conservazione. È proprio questa promessa di un reinvestimento mirato e integrale che ha inizialmente riscosso un ampio consenso, anche tra i cittadini della Capitale, spesso i primi a subire gli effetti negativi di un turismo di massa non regolamentato. La possibilità di vedere una gestione più efficiente e finanziamenti dedicati offre una prospettiva positiva per il futuro della Fontana di Trevi e, più in generale, del ricco patrimonio culturale di Roma, garantendo che possa essere ammirato e preservato per le generazioni future. La decisione finale, pertanto, non sarà solo economica ma avrà profonde implicazioni sociali e culturali per l’intera città.