Li trova in soffitta e si precipita al Compro Oro | Gettoni telefonici venduti a 1000 euro cadauno
Rovisti in vecchi cassetti? I gettoni telefonici SIP possono nascondere una fortuna! Scopri quali date e caratteristiche li rendono pezzi da collezione di enorme valore. Non buttare via nulla!
A chi non è capitato di ritrovare, magari durante un’inaspettata pulizia, quei vecchi gettoni telefonici SIP, oggetti pesanti e freddi, simboli di un’epoca passata. E subito, quasi per incanto, nasce una domanda che accende la curiosità: “E se, per una certa data o qualche altro dettaglio, valessero davvero tantissimo?”. La risposta, per i più fortunati, può essere sorprendentemente affermativa, ma è fondamentale comprendere che il loro valore non è legato a una semplice “magia” della data, bensì a una combinazione di fattori specifici.
La prima osservazione utile, spesso motivo di sorpresa per i meno esperti, riguarda la presenza su molti di questi gettoni di una sigla composta da quattro cifre, come 6504 o 7809. Questo codice è un indizio prezioso poiché solitamente indica l’anno e il mese di coniazione del pezzo. Tuttavia, non è affatto l’unico elemento da considerare. Il vero valore di un gettone emerge dall’incrocio di ben quattro fattori cruciali: la sigla/serie (le quattro cifre e le eventuali varianti), la rarità (legata a tirature basse o emissioni particolari), lo stato di conservazione (l’usura minima, la nitidezza dei rilievi, l’aspetto della patina) e la presenza o assenza di un logo (alcune assenze sono estremamente ricercate dai collezionisti). È proprio per questi motivi che due gettoni con la medesima “data” possono avere quotazioni completamente diverse, a volte con scarti economici sorprendenti.
Quando la data fa la differenza: i pezzi più antichi e comuni
La data rivela il vero valore di pezzi comuni e antichi.
Quando il discorso si sposta su gettoni particolarmente datati, la “data” incisa può effettivamente assumere un ruolo esplosivo nel determinarne il valore. I primi gettoni telefonici italiani, emessi dalle compagnie telefoniche storiche, sono infatti considerati veri e propri pezzi da collezione di alto livello, spesso degni di un posto in vetrina. Tra gli esempi più citati e ricercati dai numismatici e dagli appassionati troviamo i gettoni STIPEL 1927, TIMO 1928 e TELVE 1932. Se ritrovati in condizioni eccellenti, questi specifici gettoni possono raggiungere cifre importanti, in alcuni casi superando anche i 1.000 euro. Non è una situazione comune, ma rappresenta uno di quei rari contesti in cui la data di coniazione non è soltanto un mero dettaglio, ma la vera e propria chiave per un valore straordinario.
Tuttavia, è necessario ridimensionare molte illusioni quando si parla dell’epoca più comune, quella dei gettoni SIP/ESM prodotti tra il 1959 e il 1982. La stragrande maggioranza dei gettoni coniati in questo periodo, che rappresenta l’emissione più diffusa, possiede un valore collezionistico decisamente basso. Spesso, si parla di quotazioni che vanno da 1 a 5 euro per singolo pezzo, e solo se quest’ultimo si trova in ottimo stato di conservazione. La ragione è semplice: ne circolavano in quantità enormi. Sono senza dubbio oggetti che evocano una forte nostalgia, ma la loro abbondanza li rende poco rari nel mercato del collezionismo. Eppure, proprio all’interno di questa fascia apparentemente “comune”, si celano quelle eccezioni in grado di far letteralmente impazzire i collezionisti più attenti e preparati.
Le eccezioni che fanno salire il prezzo: dettagli da non sottovalutare
Le eccezioni inattese: piccoli dettagli che fanno salire il prezzo.
Se l’intento è scoprire se il gettone ritrovato sia uno di quei pezzi eccezionali che sfuggono alla regola del basso valore, è fondamentale esaminarlo con estrema attenzione ai dettagli. Non è sufficiente una rapida occhiata; occorre un’analisi minuziosa per individuare le caratteristiche che possono fare la differenza. Il primo elemento da investigare è, ovviamente, la sigla di quattro cifre. Alcune combinazioni specifiche, pur rientrando nell’ampia produzione SIP/ESM, sono molto più rare di altre per via di tirature limitate o distribuzioni circoscritte. Queste sigle “speciali” sono ben note agli esperti e ricercate attivamente.
Un altro fattore determinante è il logo presente sul gettone. Esistono diverse varianti di loghi, come ESM, IPM, UT o CMM, ma ciò che può davvero incrementare il valore è l’assenza di un logo in un esemplare in cui, per serie e data, dovrebbe essere presente. Errori di fabbricazione o varianti di conio involontarie, come lettere o numeri mancanti, doppiati o leggermente diversi dagli standard, possono trasformare un comune gettone in un pezzo unico e altamente desiderabile. I collezionisti sono costantemente alla ricerca di queste “anomalie”, che testimoniano un difetto di produzione o una modifica nel processo. Pertanto, prima di considerare un vecchio gettone un semplice ricordo, è sempre consigliabile una verifica accurata: quel piccolo disco metallico potrebbe nascondere un valore inaspettato, rendendolo non solo un simbolo del passato ma anche un piccolo, grande tesoro.
