Tonno in scatola che fa più morti dell’ILVA: non sottovalutare questo pericolo | Scoppiano di mercurio
Il tonno in scatola è un alimento comune, ma il consumo prolungato nasconde rischi inaspettati per la salute, dal mercurio ad altre sostanze. Scopri cosa devi sapere.
Il tonno in scatola è un alimento comune, ma il consumo prolungato nasconde rischi inaspettati per la salute, dal mercurio ad altre sostanze. Scopri cosa devi sapere.
Il mercurio e altri contaminanti: pericoli reali e precauzioni necessarie
Mercurio e contaminanti: i pericoli reali impongono attente precauzioni.
Uno dei rischi più noti legati al consumo di tonno, specialmente quello in scatola, è la contaminazione da mercurio. Questo metallo pesante si accumula nei tessuti dei pesci attraverso la catena alimentare. Il tonno, essendo un predatore di grandi dimensioni e lunga vita, tende ad accumularne quantità maggiori. Il tonno “light” (spesso skipjack o listao) generalmente ha livelli di mercurio più bassi rispetto al tonno “bianco” o “albacore”, che è più grande e longevo. L’esposizione prolungata al mercurio può causare seri problemi di salute, in particolare danni al sistema nervoso centrale, ai reni e al sistema cardiovascolare. Nelle donne in gravidanza e nei bambini piccoli, il mercurio può compromettere gravemente lo sviluppo neurologico.
Ma il mercurio non è l’unico contaminante di cui preoccuparsi. Le scatolette stesse possono rilasciare sostanze indesiderate. Il bisfenolo A (BPA), una sostanza chimica spesso utilizzata nel rivestimento interno delle lattine, è stato oggetto di preoccupazione. Studi hanno suggerito che il BPA possa agire come interferente endocrino, con potenziali effetti negativi sul sistema riproduttivo e metabolico. Sebbene molti produttori stiano passando a rivestimenti senza BPA, è sempre opportuno verificare le etichette. Altri metalli pesanti, come cadmio e piombo, possono essere presenti in tracce.
Consumo consapevole: scegliere bene per proteggere la propria salute
Consumo consapevole: proteggi la tua salute con scelte informate.
Data la potenziale presenza di contaminanti, è essenziale adottare un approccio di consumo consapevole. Questo non significa eliminare completamente il tonno in scatola dalla propria dieta, ma integrarlo con discernimento. La chiave è la moderazione e la varietà. Alternare il tonno con altre fonti proteiche e altri tipi di pesce con minori livelli di mercurio, come sardine, sgombri o salmone selvaggio, può ridurre l’esposizione ai metalli pesanti. È consigliabile limitare il consumo a una o due porzioni a settimana, specialmente per categorie più vulnerabili come bambini e donne in gravidanza o che allattano.
Quando si sceglie il tonno in scatola, prestare attenzione alla varietà: prediligere il tonno “light” (come lo skipjack) rispetto all’albacore può fare la differenza in termini di contenuto di mercurio. Alcuni produttori indicano anche la provenienza e i metodi di pesca, che possono essere indicatori di sostenibilità e, indirettamente, di qualità del prodotto. Cercare certificazioni o indicazioni “BPA-free” sulle confezioni può offrire un’ulteriore garanzia. Infine, sciacquare il tonno sott’acqua corrente dopo averlo scolato, specialmente se conservato in olio, può ridurre sale in eccesso, anche se non influisce su mercurio o BPA.
In definitiva, il tonno in scatola resta un’opzione alimentare pratica. Tuttavia, un consumo informato e moderato è cruciale per minimizzare i rischi e massimizzare i benefici. La salute prima di tutto, sempre.
