“Abbiamo venduto l’azienda” | SMS ai dipendenti della storica industria italiana: sorpresina di Capodanno
Riello, storico marchio, passa ad Ariston. Un’operazione da miliardi che genera attesa. I sindacati chiedono chiarezza per il futuro occupazionale, soprattutto a Lecco.
Un’operazione che ridefinisce il panorama industriale italiano: la storica acquisizione di Riello da parte del Gruppo Ariston, annunciata poco prima delle festività natalizie, ha scosso il settore del riscaldamento. Con un fatturato che per Ariston ha già toccato i 2,63 miliardi nel 2024, il passaggio di proprietà di uno dei simboli italiani delle caldaie e dei bruciatori è stato accolto con un misto di speranza e preoccupazione. Se da un lato l’operazione è vista come un’iniezione di solidità finanziaria e complementarietà strategica, dall’altro sorge l’interrogativo sul futuro occupazionale, in particolare per i 600 dipendenti del gruppo Riello e per il polo tecnologico di Lecco.
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) ha espresso rassicurazioni iniziali, sottolineando la robustezza dell’accordo e la potenziale sinergia tra i due brand. Questa fusione potrebbe infatti creare un gigante ancora più competitivo a livello globale. Tuttavia, l’euforia è mitigata da un clima di attesa vigile tra i lavoratori, i quali, attraverso le proprie rappresentanze sindacali, chiedono garanzie concrete per il loro futuro.
Le voci dei lavoratori e le richieste sindacali
Voci di lavoratori e istanze sindacali in primo piano.
La preoccupazione maggiore si concentra sui 600 dipendenti di Riello, con un’attenzione particolare ai 160 tecnici specializzati che operano nel centro di ricerca e sviluppo di Lecco. È proprio qui che si annidano le maggiori incertezze, data la specificità delle competenze e il ruolo strategico del sito. I rappresentanti sindacali, tra cui Denise Milan e Lorenzo Ballerini di Fim Cisl, Dario Crippa di Fiom Cgil, e Gabriella Trogu e Igor Gianoncelli di Uilm Uil, hanno prontamente reagito all’annuncio.
Pur riconoscendo la solidità finanziaria e la reputazione del Gruppo Ariston, le organizzazioni sindacali hanno messo in chiaro alcuni punti irrinunciabili per il mantenimento dell’armonia sociale e industriale. Le richieste principali, formalizzate in una nota congiunta, vertono su:
- Piena continuità occupazionale: l’obiettivo primario è evitare qualsiasi taglio ai livelli di impiego attuali, salvaguardando tutti i posti di lavoro.
- Strategia industriale chiara: è fondamentale delineare un piano che scongiuri sovrapposizioni produttive tra i vari siti, per evitare penalizzazioni e ottimizzare le risorse.
- Sviluppo e transizione energetica: l’acquisizione deve fungere da catalizzatore per la crescita, specialmente nell’ambito della transizione energetica, un settore in costante e rapida evoluzione tecnologica.
I sindacati hanno enfatizzato la necessità che la complementarietà tra Riello e Ariston si traduca in azioni concrete non solo per i poli produttivi storici come Volpago e Legnago, ma soprattutto per il centro di progettazione, sviluppo e ricerca di Lecco, considerato un fulcro strategico per l’innovazione.
Il futuro di Riello e il piano industriale 2026
Riello: il piano industriale 2026 traccia la strada per il futuro dell’azienda.
Con il passaggio di proprietà definitivo atteso entro i primi mesi del 2026, l’attenzione del mondo del lavoro e delle istituzioni rimane alta, puntando sul prossimo piano industriale. Questo documento sarà cruciale per definire le linee guida e, in particolare, il destino del polo lecchese. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy è chiamato a svolgere un ruolo di coordinamento attivo nel confronto tra le parti, garantendo che le preoccupazioni dei lavoratori vengano ascoltate e integrate nelle decisioni strategiche.
La transizione energetica, spesso citata come sfida e opportunità, rappresenta in questo contesto un doppio binario: da un lato la necessità di aggiornare tecnologie e processi, dall’altro il rischio che ciò possa comportare una riorganizzazione con impatti negativi sull’occupazione. Per i sindacati, invece, questa deve essere una spinta allo sviluppo, non un pretesto per ridimensionare le preziose competenze tecniche e ingegneristiche presenti sul territorio.
L’auspicio è che la solida base finanziaria di Ariston, unita all’expertise e al patrimonio di Riello, possa generare un modello virtuoso di crescita e innovazione, salvaguardando l’occupazione e valorizzando le eccellenze italiane. Il periodo che ci attende sarà decisivo per comprendere se l’acquisizione si tradurrà in un rafforzamento complessivo o se, come temuto, comporterà sacrifici in termini di posti di lavoro e specificità produttive. La comunità di Lecco, in particolare, osserva con grande attenzione ogni sviluppo, pronta a far sentire la propria voce per la tutela del proprio futuro economico e sociale.
