Ma quale cappotto termico? Ho riverniciato casa con la pittura al grafene e sto al caldo come in Africa | 28° senza termosifoni

Ma quale cappotto termico? Ho riverniciato casa con la pittura al grafene e sto al caldo come in Africa | 28° senza termosifoni

Vernice al grafene @tmag, pexels

Una mano di pittura al posto dei termosifoni: la vernice al grafene promette muri caldi, consumi più bassi e niente lavori invasivi, diventando per molti una vera alternativa al cappotto termico tradizionale.

Negli ultimi mesi si parla sempre più spesso di pittura al grafene, una vernice speciale che, una volta stesa sulle pareti e collegata all’impianto elettrico, trasforma i muri in veri e propri pannelli radianti. Secondo diversi articoli dedicati al tema, è una tecnologia sviluppata in Italia che punta a rivoluzionare il modo di scaldare casa: niente caloriferi ingombranti, niente split a vista, solo pareti lisce che, quando accese, iniziano a irradiare calore in modo uniforme.

Al posto di pensare al classico cappotto termico, con ponteggi, permessi e costi importanti, chi sceglie questa soluzione si limita a riverniciare le superfici interne con il prodotto al grafene e a collegare la vernice a semplici elettrodi. Gli sviluppatori spiegano che il principio è quello dell’effetto Joule: la corrente attraversa il film di pittura e questo si scalda, emettendo calore a infrarossi che viene percepito direttamente da persone, oggetti e pareti, più che dall’aria. Alcuni test parlano di un risparmio medio fino al 40% rispetto ai termosifoni elettrici tradizionali, con prestazioni paragonabili alle pompe di calore ma con installazione più semplice.

Come funziona la vernice al grafene e perché sembra così efficace

A prima vista la pittura al grafene appare come una normale vernice da interno, ma al suo interno contiene un pigmento a base di grafene, materiale dalle eccezionali proprietà conduttive e termiche. Una volta applicata su cartongesso, pannelli isolanti o pareti preparate e collegata agli elettrodi, la superficie diventa una grande resistenza elettrica piatta. Quando viene alimentata, la parete si riscalda fino a temperature elevate ma controllate, distribuendo il calore in modo omogeneo e silenzioso.

Secondo tecnici e progettisti che stanno studiando il sistema, il vantaggio principale è proprio questa distribuzione uniforme: non ci sono punti molto caldi vicino al termosifone e zone fredde lontano, ma un ambiente più equilibrato, con meno condensa e minore rischio di muffe. Inoltre la totale assenza di corpi scaldanti a vista libera spazio e permette un design minimal, aspetto che sta convincendo molti proprietari di piccoli appartamenti, B&B e case vacanza.

Meglio anche del riscaldamento a pellet @pexels, t-mag

Costi, limiti e quando può sostituire il cappotto termico

Dal punto di vista economico, chi promuove questa tecnologia sottolinea che i costi di posa sono simili a quelli di una normale tinteggiatura, con l’aggiunta dell’impianto elettrico dedicato e della centralina di controllo. In pratica, per avere pareti riscaldanti non servono demolizioni pesanti né interventi strutturali, e questo rende la pittura al grafene interessante soprattutto dove il cappotto termico esterno è complicato o impossibile da realizzare.

Gli esperti ricordano però che non è una soluzione magica: l’efficienza reale dipende dall’isolamento complessivo dell’edificio, dalla tariffa elettrica, dalla qualità dell’installazione e dal corretto dimensionamento del sistema. In molti casi può affiancare o sostituire i termosifoni, in altri lavorare come integrazione in ambienti critici, come bagni, taverne e locali umidi. Sta di fatto che l’idea di scaldarsi “con una mano di pittura” sta conquistando sempre più curiosi, attratti da un riscaldamento invisibile, poco invasivo e potenzialmente più economico nel lungo periodo.