La tredicesima è già finita in questi comuni italiani: costo della vita troppo alto | La classifica completa

A Verona la tredicesima è arrivata, ma l’inflazione la divora. Scopri come 780 milioni di euro si scontrano con il caro vita e le differenze nel Veronese.

La tredicesima è già finita in questi comuni italiani: costo della vita troppo alto | La classifica completa
A Verona la tredicesima è arrivata, ma l’inflazione la divora. Scopri come 780 milioni di euro si scontrano con il caro vita e le differenze nel Veronese.

Le attese tredicesime sono state accreditate sui conti correnti di circa 670mila pensionati e lavoratori dipendenti nella provincia di Verona, iniettando un valore medio di poco meno di 1.300 euro a testa. Complessivamente, circa 780 milioni di euro sono stati distribuiti, una cifra che tuttavia si scontra con una realtà economica pressante: l’aumento del costo della vita. Questa mensilità aggiuntiva rischia infatti di essere in gran parte “bruciata” dall’inflazione, riducendo significativamente la sua capacità di rivitalizzare i consumi.

Carlo Garofolini, presidente di Adico, definisce la tredicesima una “boccata d’ossigeno”, ma destinata a recuperare il potere d’acquisto eroso dai rincari, una dinamica dal 2022. Gran parte della somma, suggerisce Adico, sarà usata per far fronte a spese ineludibili: «Crediamo che la 13esima sia già impegnata per pagare rate e debiti arretrati, bollette del gas, alcune imposte come l’Imu, spese condominiali, bollo auto e, appunto, inflazione».

Confcommercio, tramite Nicola dal Dosso, prevede un Natale di “differenze sociali marcate”. Si stima che un veronese su cinque dovrà rinunciare agli acquisti per le feste, segno di come spese obbligate e rincari stiano stringendo le famiglie veronesi.

Il valore medio delle tredicesime: ricchi e poveri nel veronese

Il valore medio delle tredicesime: ricchi e poveri nel veronese

Il valore medio delle tredicesime: ricchi e poveri nel Veronese.

 

L’analisi degli importi medi delle tredicesime rivela significative disparità all’interno della provincia di Verona. Sebbene la media provinciale si attesti a 1.257 euro per ciascuno dei 669.345 percettori, vi sono differenze sostanziali tra i comuni. A Verona città, l’assegno netto supera i 1.500 euro, posizionando il capoluogo tra le aree con le tredicesime più consistenti.

All’estremo opposto, Velo Veronese riceve la mensilità aggiuntiva più bassa, a soli 997 euro, evidenziando una differenza di oltre 500 euro rispetto alla città. Tra i comuni con importi elevati (tra i 1.400 e i 1.500 euro) figurano Angiari, Costermano, Lavagno, Mezzane di Sotto, Negrar, Peschiera, San Martino Buon Albergo, San Pietro In Cariano, Soave e Torri del Benaco.

Nei due comuni più popolosi della provincia, Villafranca e Legnago, gli importi si attestano rispettivamente a 1.359 euro e 1.383 euro. Questi dati sottolineano come la “boccata d’ossigeno” sia percepita diversamente a seconda del luogo di residenza, accentuando le disuguaglianze economiche sul territorio.

L’inflazione galoppa: un novembre nero per le famiglie veronesi

L'inflazione galoppa: un novembre nero per le famiglie veronesi

Novembre nero: l’inflazione galoppante mette in difficoltà le famiglie veronesi.

 

A certificare l’erosione del potere d’acquisto delle tredicesime intervengono i dati sull’impennata del costo della vita, particolarmente evidenti a novembre. Le elaborazioni di Unione Nazionale Consumatori (Unc) e Federconsumatori mostrano una “fiammata inflattiva” che colpisce duramente le famiglie. Il Veneto, con un aumento del +1,3%, è tra le regioni con il balzo più consistente dei prezzi su base annua. Questo si traduce in una spesa aggiuntiva di circa 349 euro per una famiglia media di quattro persone rispetto all’anno precedente. Verona si colloca al 14° posto tra le città italiane più costose, con un incremento del +1,3% e 358 euro in più di spesa media. Nel Veneto, Belluno, Padova e Rovigo registrano rincari più marcati, tra il +1,6% e il +1,4%.

Il monitoraggio di Federconsumatori a livello locale evidenzia aumenti significativi. I prezzi dei servizi ricettivi e della ristorazione sono saliti del +4,5%, mentre le spese per sanità e salute hanno visto un incremento del +2,1%. Anche il carrello della spesa è salito del +1,1%. Particolarmente colpiti sono stati il caffè (+19,1%), il cacao e cioccolato in polvere (+23,6%), il pesce (+13,5%) e le uova (+10,3%). Questo scenario rende sempre più precario l’equilibrio dei bilanci familiari, trasformando la tredicesima da bonus a “tampone” per l’inflazione galoppante.