Delitto di Garlasco, nuovi sviluppi nell’indagine: di chi è il Dna sulle unghie di Chiara Poggi | Il risultato

Delitto di Garlasco, nuovi sviluppi nell’indagine: di chi è il Dna sulle unghie di Chiara Poggi | Il risultato

Delitto di Garlasco-T-mag.it (Fonte: Quarto Grado)

La nuova perizia depositata nell’incidente probatorio riporta al centro dell’attenzione il delitto di Garlasco: il Dna rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi appare compatibile con la linea maschile della famiglia Sempio, ma gli esperti chiariscono che il risultato non può essere considerato pienamente affidabile.

Secondo quanto pubblicato da TGCOM24, la genetista incaricata ha evidenziato che la traccia analizzata contiene un profilo genetico riconducibile alla linea paterna della famiglia Sempio. Il documento spiega infatti che “il Dna è compatibile con la linea paterna di Andrea Sempio”, un elemento che ha immediatamente attirato l’attenzione degli inquirenti e dell’opinione pubblica. Tuttavia, la parola “compatibile” non equivale a “identificabile”: si tratta di una somiglianza genetica che non permette di associare la traccia a un determinato individuo, ma solo a un insieme familiare accomunato dallo stesso cromosoma Y.

La perizia sottolinea inoltre che il reperto è un aplotipo “misto e parziale”, caratteristica che ne compromette la qualità e di conseguenza la possibilità di trarre conclusioni definitive. La ridotta quantità di materiale biologico, insieme al suo stato di conservazione, rende impossibile determinare un’identità certa. La consulente ha infatti precisato che la traccia non può essere considerata “scientificamente certa”, ridimensionando così l’impatto del dato all’interno del quadro investigativo.

Le criticità della traccia: le risposte che la perizia non può dare

Il nuovo accertamento genetico non riesce a chiarire aspetti fondamentali per comprendere la scena del crimine. Come riportato da TGCOM24, nella relazione si legge che “non si può dire se il Dna era sotto o sopra le unghie”, né risalire al dito specifico da cui il campione proviene. Questa mancanza di informazioni mette in discussione la possibilità che il materiale sia stato depositato durante una colluttazione, eventualità che avrebbe avuto un peso notevole sulla ricostruzione della dinamica dell’omicidio.

La perita specifica anche che “non è determinabile il momento della deposizione”. Questo significa che il Dna potrebbe essere stato lasciato giorni prima, in un contesto estraneo all’aggressione, o addirittura essere finito sotto le unghie di Chiara in modo accidentale. Senza un riferimento temporale, la traccia non può essere collegata con certezza all’evento delittuoso. L’assenza di una collocazione cronologica, spiegano gli esperti, è uno dei punti più deboli del reperto e impedisce di trarre conclusioni di natura probatoria.

Andrea Sempio-T.mag.it (Fonte: screenshot Rai YouTube)

Una traccia che non cambia il quadro giudiziario

Nonostante l’attenzione mediatica suscitata dal nuovo accertamento, la perizia non modifica il quadro giudiziario attuale. Gli esperti sottolineano che la compatibilità della traccia con la linea maschile della famiglia Sempio non dimostra alcun coinvolgimento diretto di uno dei suoi membri. Il Dna maschile può infatti essere condiviso da più individui imparentati tra loro, e la natura parziale del campione impedisce di effettuare ulteriori discriminazioni.

La stessa genetista precisa che, alla luce delle evidenze raccolte, la traccia non può essere considerata un elemento decisivo. La sua mancanza di specificità, la qualità insufficiente del materiale e l’impossibilità di determinarne origine e tempistica rendono il reperto debole dal punto di vista investigativo. La perizia, dunque, pur aggiungendo un tassello alla complessa vicenda, non sembra in grado di orientare in modo significativo le conclusioni dell’indagine.

Questo nuovo capitolo del caso di Garlasco dimostra ancora una volta quanto sia delicato il lavoro degli esperti forensi e quanto sia rischioso attribuire valore assoluto a tracce genetiche che non presentano caratteristiche adeguate. Gli specialisti insistono sull’importanza di interpretare i dati con prudenza, evitando inferenze che potrebbero generare conclusioni affrettate. Nel delitto di Garlasco, come in molti altri casi complessi, la verità giudiziaria è il risultato di un insieme di elementi diversi: testimonianze, ricostruzioni, analisi tecniche e riscontri oggettivi che devono essere valutati nella loro totalità. Il Dna rinvenuto sotto le unghie di Chiara Poggi, pur essendo un reperto significativo, resta una traccia che solleva interrogativi più che offrire risposte definitive, e che non può essere utilizzata per attribuire responsabilità in modo certo e univoco.