Buoni postali: il risparmio “vecchia scuola” torna fortissimo | Altro che conto deposito: con questi tassi campi di rendita

Buoni postali: il risparmio “vecchia scuola” torna fortissimo | Altro che conto deposito: con questi tassi campi di rendita

Buono fruttifero @tmag

Il ritorno dei Buoni fruttiferi postali passa da una parola sola: semplicità. E i tassi a scadenza, in certi casi, fanno alzare le antenne.

C’è un tipo di risparmio che non ha bisogno di effetti speciali per convincere: pochi passaggi, regole chiare e la sensazione di sapere sempre dove stai mettendo i soldi. È il motivo per cui i Buoni fruttiferi postali stanno tornando a far parlare: non perché promettano magie, ma perché mettono sul tavolo rendimenti predefiniti e una logica “vecchia scuola” che tanti trovano più rassicurante di prodotti con mille condizioni.

Come indicato sul sito Buoni e Libretti di Poste Italiane, i Buoni possono essere sottoscritti online o in Ufficio Postale, in forma dematerializzata o cartacea, con la possibilità di chiedere il rimborso anche parziale del capitale entro il termine di prescrizione. A questo si aggiungono due elementi che pesano nel confronto con altre forme di risparmio: tassazione agevolata al 12,50% sugli interessi ed esenzione dall’imposta di successione.

Il punto non è solo “quanto rende”, ma quando te lo riconosce

La differenza vera, spesso, sta nelle scadenze e nelle finestre in cui maturano gli interessi. Il Buono Premium 4 anni, dedicato a chi apporta nuova liquidità su Libretto Smart o Ordinario, offre un rendimento annuo lordo a scadenza del 2,50%. Il Buono 3×4, invece, dura 12 anni e riconosce tassi crescenti con interessi maturati dopo il 3°, 6° e 9° anno, arrivando a un rendimento annuo lordo a scadenza del 3,00%, mentre il Buono Ordinario ha durata 20 anni e un rendimento annuo lordo a scadenza del 2,50%.

Per chi vuole una logica più “da rendita”, esiste anche il Buono a Cedola da 5 anni con interessi accreditati tramite cedole semestrali e rendimento annuo lordo a scadenza dell’1,59%. E per chi guarda al potere d’acquisto, il Buono indicizzato all’inflazione italiana dura 10 anni e combina un tasso fisso annuo lordo a scadenza dello 0,60% con un extra-rendimento variabile legato all’inflazione.

Libretto postale-T-mag.it

Quando il “vecchio” diventa attuale: obiettivi diversi, Buoni diversi

Il punto forte dei Buoni è che non esiste un solo profilo: c’è anche il Buono dedicato ai minori, acquistabile fino ai 16 anni e mezzo del minore, con interessi che maturano fino alla maggiore età e un rendimento annuo lordo fino al 5,00%. È una formula pensata per chi ragiona sul lungo periodo e vuole costruire un capitale con regole predefinite.

Per chi invece immagina un’entrata programmata più avanti, c’è il Buono Soluzione Futuro, dedicato ai clienti tra i 40 e i 54 anni titolari di Conto BancoPosta o Libretto monointestato, pensato per ottenere una rendita mensile per 15 anni a partire dai 65 anni. È qui che il confronto “altro che conto deposito” diventa meno uno slogan e più una scelta di impostazione: non solo parcheggiare liquidità, ma legarla a un obiettivo preciso, con condizioni e tempi già scritti.