Corruzione: migliora l’indice di percezione in Italia
Quello della corruzione, purtroppo, è sempre un tema all’ordine del giorno. Tuttavia, l’Italia in tal senso sembra aver riportato qualche miglioramento rispetto agli anni passati.
Secondo l’Indice di Percezione della Corruzione di Transparency International – che misura, appunto, la corruzione nel settore pubblico e politico di 176 Paesi nel Mondo – l’Italia, con 47 punti su cento, occuperebbe la 60esima posizione su 176.
Rispetto allo scorso anno il nostro Paese guadagna quindi una posizione e tre punti. Dallo studio emerge poi come un sostanziale cambiamento della posizione dell’Italia nel ranking mondiale sia avvenuto nel 2012, in concomitanza con l’approvazione della Legge 6 novembre 2012 numero 190 (più comunemente conosciuta come “Legge Severino”), recante “Disposizioni per la prevenzione e la repressione della corruzione e dell’illegalità nella pubblica amministrazione”. Rispetto ad allora, infatti, il nostro Paese ha scalato 12 posizioni, passando dalla 72esima (il peggior risultato ottenuto dal nostro Paese da quando viene calcolato l’indice) alla 60esima del 2016.
È interessante notare come con l’inizio della crisi economica, nel 2008, l’indice di percezione della corruzione del nostro Paese sia sempre peggiorato, facendo passare il nostro Paese dalla 41esima posizione del 2007 alla 55esima del 2008 e, quindi, alla 72 esima del 2012 (il punteggio più basso è stato registrato nel 2010 e nel 2011 con 39 punti, contro i 52 del 2007).
Ma se a livello mondiale possiamo, per così dire, vantare una posizione quanto meno nella metà alta della classifica, a livello europeo la questione appare ben diversa. Tra i Paesi dell’Unione siamo infatti terzultimi, seguiti solamente da Grecia e Bulgaria. In questo caso ai primi posti troviamo la Danimarca, con 90 punti (prima anche a livello mondiale insieme alla Nuova Zelanda); la Finlandia, con 89; e la Svezia, con 88 punti.
È però opportuno fare un appunto: l’Indice di Percezione della Corruzione di Transparency International è basato sulla percezione che hanno della corruzione in un determinato Paese uomini d’affari ed esperti nazionali (per questo le fonti utilizzate per calcolare il punteggio CPI dell’Italia, nella metodologia dell’indagine figurano World Economic Forum Executive Opinion Survey, IMD World Competitiveness Yearbook, Bertelsmann Foundation Sustainable Governance Indicators, World Justice Project Rule of Law Index, Political Risk Services International Country Risk Guide, Economist Intelligence Unit Country Risk Rating e Global Insight Country Risk Ratings).
Spostando l’attenzione sulla percezione che hanno invece i cittadini, Trasparency International, citando l’Eurobarometro, spiega che il 97% dei cittadini italiani considera il fenomeno della corruzione molto (58%) o abbastanza (39%) diffuso. Dato molto simile al 98% rilevato tra gli intervistati dal Global Corruption Barometer.
Ma perché viene calcola la percezione e non il dato reale? Sempre nella metodologia dell’indagine Trasparency International spiega che “un dato reale non esiste o, meglio, non è calcolabile. La corruzione è infatti un reato difficile, se non impossibile, da rilevare nella sua interezza soprattutto a causa dell’elevatissima cifra oscura, cioè la parte sommersa del fenomeno”.