Giampaolino: “Lotta alla corruzione deve essere di sistema, non soltanto repressiva”
Se oggi dovesse dare un voto all’Italia sulla lotta al fenomeno quanto le darebbe? “Meno della sufficienza”, è la risposta di Luigi Giampaolino, presidente della Corte dei Conti, in un’intervista a Repubblica. “Perché si è proseguito – motiva Giampaolino – sostanzialmente con un’azione, peraltro episodica, soltanto repressiva. La lotta alla corruzione dev’essere invece di sistema. Essa deve iniziare dalla selezione qualitativa e di merito degli operatori, sia pubblici che privati. Proseguire con il controllo e la vigilanza sul loro operato. Concludersi valutando i risultati. Tutto ciò che fuoriesce da questo schema genera mal’amministrazione e corruzione: anzi, è esso stesso mal’amministrazione e corruzione”.
“L’impressione – afferma ancora il presidente della Corte dei Conti – è che sia rimasta stabile, soprattutto perché non si avverte un reale, profondo, sostanziale rivolgimento morale; l’onestà, in ogni rapporto anche privato; la valenza del merito; l’etica pubblica; il rispetto del denaro pubblico e di tutte le risorse pubbliche, che sono i beni coattivamente sottratti ai privati e dei quali si deve dar conto”.