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Cannabis da giovani? Si abbassa il Quoziente Intellettivo

di Mirko Spadoni

Tra i tanti effetti collaterali della cannabis potremmo contare, da oggi, anche un abbassamento del Quoziente Intellettivo. Questo è quanto emerge da uno studio condotto da alcuni ricecatori statunitensi e britannici, pubblicato online su Pnsa. Un consumo persistente di cannabis può causare un abbassamento del quoziente intellettivo nei soggetti che, precisa chi ha condotto la ricerca, hanno iniziato a fumare marijuana quando ancora non avevano compiuto i 18 anni di età. Il declino neuropsicologico, che persiste nel soggetto anche quando questo ha smesso di fumare, non è stato riscontrato in chi, invece, ha cominciato a far uso della sostanza stupefacente in questione dopo i 18 anni di età.
L’uso precoce della cannabis, sostengono i ricercatori, può causare un abbassamento di circa otto punti del QI.
Lo studio è stato condotto dalla dottoressa Madeline Meier della Duke University di Durham, in North Carolina, e da Terrie Moffitt, docente universitario al King’s College di Londra Institute of Psychiatry, oltre che da alcuni ricercatori dell’Università di Otago in Nuova Zelanda.
Le ipotesi iniziali degli studiosi (verificare se l’uso costante di cannabis potesse provocare danni al sistema nervoso e se il declino neuropsicologico permanesse anche dopo che il soggetto smettesse di farne uso) hanno trovato conferma nell’analisi dei dati raccolti nel corso del monitoraggio di 1.037 neozelandesi, nati nel biennio 1972-73 a Durbelin e seguiti fin dalla loro nascita sino all’età di 38 anni.
“Abbiamo testato le loro abilità mentali (la velocità di elaborazione, il ragionamento e l’elaborazione visiva) quando erano ragazzi (all’età di 13 anni) prima che iniziassero a fumare cannabis e, passati 25 anni, li abbiamo testati nuovamente dopo che molti partecipanti sono diventati consumatori cronici di cannabis”, ha detto la professoressa Terrie Moffitt, commentando la ricerca.
Lo studio, così condotto, ha dimostrato come la cannabis provochi la perdita di circa otto punti di QI. “Otto punti di intelligenza su una scala media di 100 possono sembrare pochi – ha sottolineato Medeline Meier – ma può comunque svantaggiare un ragazzo rispetto ad un pari età”, che non fa uso della cannabis. Un quoziente d’intelligenza più alto, ha ricordato la Meier, è correlato a una maggiore istruzione, a un reddito più elevato, a una salute migliore e a una vita più lunga.

Leggi anche:
Il dibattito. Perché non legalizzare la marijuana

 

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