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Perché la Rc Auto in Italia costa più che all’estero

rc-auto-decreto-sviluppoIn Italia la polizza Rc Auto costa più che in qualsiasi altro Paese europeo. E’ quanto emerge dai numeri raccolti dall’Associazione nazionale fra le imprese assicuratrici, l’Ania, tramite i quali spiega che tra il 2008 ed il 2012 gli italiani hanno pagato per l’assicurazione di base per l’uso del veicolo 231 euro in più rispetto alla Francia, alla Spagna, alla Germania e al Regno Unito. In termini percentuali, il 43% in più. Precisamente sarebbero quindi 491 euro, quelli spesi dagli italiani, contro 278 degli altri Paesi presi in esame. Guardando nello specifico alle automobili e ai ciclomotori, si parla nel primo caso di 526 euro contro 291 e nel secondo 279 euro contro 150 euro.
Come spiga l’Ania “nel quinquennio considerato, il 60% della differenza di prezzo è data dal costo dei sinistri, un altro 24% della differenza è costituito da tasse, fuori da un ambito di intervento industriale, mentre il restante 16% è costituito dalla somma delle diverse voci di distribuzione, marketing e costi di amministrazione, con un potenziale di allineamento realisticamente molto più limitato”.
Uno dei fattori che sicuramente più incidono sulle sulle tariffe sono i risarcimenti in caso di morte, si parla infatti di 649 mila euro in Italia contro i 138 mila euro degli altri Paesi esaminati.
Anche il più alto livello del danno patrimoniale a possibili beneficiari incide notevolmente, infatti si parla dei 50-60 mila euro in Italia contro i 30-40 mila della media europea. Senza contare poi le frodi che incidono per quasi il 50% sull’aumento delle tariffe. In Italia le frodi non rilevate sono il doppio rispetto agli altri Paesi, o ancora, il 7-8% degli incidenti stradali causati coinvolge veicoli non assicurati contro l’incidenza del 2-3% registrata negli altri Paesi. Altro fattore è la scarsa attenzione degli italiani ai comportamenti pericolosi come l’uso del cellulare durante la guida, usato in Italia cinque volte più che all’estero, o lo scarso uso della cintura di sicurezza posteriore, usata in Italia solo dal 10% dei passeggeri contro il 90% registrato nel resto d’Europa.

 

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