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Per la ripresa se ne riparla nel 2015

di Matteo Buttaroni

impresaPer l’Italia l’uscita dal tunnel della crisi economica sembra ancora lontana. Secondo l’analisi della Confesercenti nel 2014 il Pil registrerà un nuovo calo dello 0,2%, per poi crescere lievemente nel 2015 dello 0,9%. Un dato troppo basso per mettere, in tempi brevi, toppe ai buchi dell’occupazione, dei consumi e degli investimenti.
Tra il 2007 e l’anno in corso il Prodotto interno lordo italiano ha registrato un calo di 8,5 punti percentuali, i consumi sono scesi del 7,6% e il potere di acquisto delle famiglie è calato di 86 miliardi di euro. Solo nel 2014, oltre al -0,2% previsto per il Pil, Confesercenti si aspetta un ulteriore -0,2% dei consumi e un -1,5% per gli investimenti fissi lordi. Le note negative non finiscono qui: il debito pubblico dovrebbe infatti crescere al 135,7% contro il 132,6% del 2013 mentre l’indebitamento netto si dovrebbe attestare intorno al 3%. Sul fronte delle esportazioni si stima invece una crescita dell’1,9%.
Nel 2015 la crescita dello 0,9% del Pil sarà accompagnata da una crescita dello 0,7% dei consumi e dal +1,6% previsto per gli investimenti fissi lordi. L’inflazione passerà dallo 0,4% del 2014 allo 0,7% allontanando moderatamente il rischio di deflazione. Meno rosee le aspettative per il tasso di disoccupazione che scenderà solo dello 0,2% passando dal 12,5% del 2014 al 12,3% dell’anno a seguire. Il debito pubblico crescerà ulteriormente portandosi al 136,7%. Si prevede invece un calo al 2,7% dell’indebitamento netto.
Continuando di questo passo, stima Confesercenti, per tornare ai livelli pre-crisi saranno necessari sette anni sul fronte del Pil, sei su quello dei consumi e otto su quello del mercato del lavoro.
In Italia sono sei milioni le persone senza lavoro, di cui tre milioni perché hanno perso il posto e altri tre milioni perché sono “rimasti ai margini del mercato del lavoro scoraggiati dalla situazione di crisi”. Il tasso di occupazione della fascia di età 20-64 anni è nettamente più basso rispetto al 68,5% della media europea: al 59,8%. Grave anche il gap di venti punti percentuali registrato per il tasso occupazionale femminile per la stessa fascia di età, fermo in Italia al 49,9%.
Spostandosi sul lato fiscale la Confesercenti sottolinea l’importanza di estendere il bonus di 80 euro anche ai pensionati entro i 25 mila euro di reddito annuo, aggiungendo anche il taglio di almeno due punti delle aliquote irpef. “Il costo – spiega Confesercenti – sarebbe di circa 15 miliardi di euro. L’effetto sul Pil di una tale misura si aggirerebbe intorno allo 0,2% se ottenuto con parallele riduzioni di spesa e dello 0,7% se effettuato in deficit. Ovviamente va anche assicurato il rinnovo, permanente, del bonus di 80 euro ai lavoratori dipendenti, varato quest’anno. Il che farebbe arrivare le risorse messe e disposizione per le famiglie, in particolare quelle con redditi più bassi, e maggiore propensione alla spesa, a circa 25 miliardi”.

 

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